Con Monza Spal comincia la B e domani, ore 14 Pescara Chievo Verona.
Essere di serie B è sempre stato considerato uno status sbagliato, il senso dell’inadeguatezza in qualsiasi campo della vita e del lavoro. Per il calcio essere di serie B ha avuto il peso di una condanna, per i giocatori che vivevano il declassamento professionale come lo sprofondamento di una carriera e per le società, che si attrezzavano senza badare a spese, ma spesso con poco raziocinio, per togliersi il marchio di dosso. Per non parlare poi delle grandi società del calcio nostrano che la serie B l’hanno sempre vista con paura (per le più deboli) e con fastidio (per le più grandi). E la storia è andata avanti così fino al 2010 quando le leghe di A e B si sono separate e per quest’ultima si è aperta una dimensione nuova e inesplorata.
Bisogna partire da sei anni fa per capire come il campionato di B si sia trasformato, spinto da politiche costruite per abbellirne l’attrazione, ma anche per sostanziare la forza di un movimento che aveva la necessità di essere diretto professionalmente, non come in passato. Così il campionato di seconda fascia è stato trasformato in una realtà nuova, ricca di contenuti non soltanto tecnici.
Come sempre la serie B ha regalato campioni che poi hanno sfondato in serie A.
Diverso l’aspetto organizzativo che ha trasformato gli obiettivi delle società, alle quali ha offerto il miraggio della realizzazione di stadi nuovi (o ristrutturati) come radicamento del calcio nel territorio con la creazione di una società di scopo (B Futura) per favorire le politiche lanciate nel futuro e nella tecnologia.
Il bacino di utenza delle squadre di B è ormai consolidato, soprattutto in quelle città tradizionalmente più forti e che hanno un recente passato nella massima divisione: sullo zoccolo duro si stanno costruendo premesse importanti.
Nei progetti la sostenibilità finanziaria è la prima e fondamentale regola per partecipare al campionato. Una regola non da poco visti i tempi recenti.
Il cammino non è facile e le scelte devono tenere conto di molti fattori, ma con l’avvento della diretta Tv e la cessione dei diritti a Dazn sommate ad adeguate iniziative di marketing, la B sembra essersi tolta il “vizio” di dilettantismo gestionale per vestire le sembianze di struttura autonoma, al passo con il Duemila e, soprattutto, in grado di far fronte a tempi complicati.
C’è poi l’aspetto agonistico. La serie B, grazie anche alla formula delle due promozioni dirette e del playoff con una nuova promozione e playout per evitare la retrocessione, ha dimostrato di non essere mai scontata, soprattutto mai appagata perché ogni formazione non è tranquilla del proprio destino sino all’ultima giornata, a risultato acquisito.
Non per questo le squadre hanno rinunciato all’innovazione tattica e al lancio di nuove speranze che, al contatto con calciatori più esperti e navigati ,possono crescere con pazienza e profitto. La tradizione del passato e la forza della programmazione per il futuro, hanno dato al campionato cadetto una dimensione più consona alle proprie esigenze e aspirazioni.
Per il Pescara ancora movimenti di mercato nonostante si sia a poche ore dall’inizio.
Oggi è il giorno di Raul Asencio. Difficilmente però Asencio sarà disponibile per la prima di campionato contro il Chievo. Il Pescara infatti, rischia di non avere a disposizione Asencio per la prima della stagione per via dei tempi ristretti del suo trasferimento.
E' Antonio Rapuano l’arbitro designato a dirigere il Pescara nel match di sabato contro il Chievo Verona.
Il Chievo, prossimo avversario del Pescara nella prima giornata di campionato, ha formalizzato un nuovo acquisto. Dalla Cremonese è arrivato Vasile Mogos che potrebbe subito giocare contro il Delfino.
Per il Pescara Maistro deve scontare una giornata di squalifica, pertanto la probabile formazione sarà: Fiorillo; Bellanova (Ventola), Drudi, Scognamiglio, Masciangelo (Jaruszinsky); Busellato (Diango), Valdifiori, Omeonga; Galano, Riccardi; Ceter.