Come confermato dallo stesso patron, sta lavorando su imprenditori americani ed un fondo ITALIANO (interessati anche ad alcune squadre di Serie B) per la cessione della società. Inoltre, il presidente ha annunciato che in estate il Pescara disputerà allo stadio Adriatico un amichevole di livello internazionale.

Queste le sue parole al quotidiano “Il Centro”, servizio di Riccardo Camplone:
 “Mi auguro per il bene mio e del Pescara di trovare qualcosa di serio. Voglio solo un progetto importante per il futuro. Sto lavorando su imprenditori americani e su un fondo. Sia gli imprenditori che il fondo sono interessati a valutare società di calcio blasonate in Italia di Serie B. E c’è anche il Pescara. Ma una cosa voglio dirla. Sia che ceda la società sia che dovessi restare io ad agosto farò un grande regalo agli sportivi. Il Pescara farà all’Adriatico un’amichevole di livello internazionale”.

Il parlare incessantemente è un modo per ottenere dagli altri l'attenzione e l'approvazione che non si riesce a dare a sé stessi e a ottenere tramite interazioni soddisfacenti con gli altri. Chi parla troppo solitamente non comunica pensieri ed emozioni che hanno particolare valore.

Nel campo della psicologia c’è una parola per descrivere la tendenza a parlare molto: logorrea. In realtà, è un sintomo di qualche problema psicologico di base, di solito stati maniacali, d’agitazione e stati ansiosi.

La logorrea è l’alterazione quantitativa del flusso del linguaggio, caratterizzato dall’accelerazione e dalla prolissità del discorso e dalla difficoltà di essere interrotto. Cioè, le persone parlano molto e velocemente, a un ritmo insolito che è molto difficile da interrompere.

In molti casi la logorrea è causata da un’accelerazione del pensiero. In pratica, il pensiero va molto veloce, quindi il discorso è un’espressione di quella velocità. Ma a differenza delle persone che parlano molto di se stesse o dei loro problemi, in questo caso esiste un disturbo mentale.

In effetti, a volte il discorso di questa persona può diventare incongruo o non riusciamo a seguirne il filo logico, il che è dovuto al fatto che il suo modo di pensare è così veloce che la persona può sperimentare una “fuga di idee”. Mancando di idee centrali il suo discorso può risultare disconnesso.

 Un trucco formidabile per gestire i logorroici è quello del "silenzio imbarazzante". Studi hanno dimostrato che, se resti particolarmente silenzioso in una conversazione dove c'è una verbosità eccessiva tipica dell'individuo logorroico, questo tenderà a parlare molto meno e arriverà da solo a silenziarsi. Ma il soggetto in questione ha pensato bene di procurarsi uno strumento “personale”, o quasi, di comunicazione e attraverso l’amicizia personale con un editore locale ha una televisione e un giornale che gli fanno dire tutte le omelie che riesce a pensare e ad esternare.

Le persone che parlano troppo all’inizio sembrano simpatici ed estroversi. Sono persone socievoli e buoni conversatori. Ma con il passare del tempo la loro conversazione diventa estenuante.  

Le persone che parlano molto non sempre soffrono di un disturbo, a volte si tratta semplicemente di egocentrismo. Quando non c’è un discorso accelerato, e tuttavia la persona parla molto di se stessa, è probabile che abbia una personalità con caratteristiche narcisistiche che la porta a pensare che lei è il centro dell’universo e che solo i suoi problemi sono importanti. Per queste persone, è normale che la conversazione, o piuttosto il monologo, ruoti intorno a loro.

In realtà, non gli passa neppure per la testa che il loro monologo possa annoiare gli altri. Si tratta di persone talmente assorbite in se stesse da presumere che tutto ciò che accade loro sia d’interesse.

Dietro quei tentativi di monopolizzare la conversazione di solito si nasconde una grande insicurezza. Le persone che parlano molto di se stesse si sentono bene quando ricevono attenzione e gli altri le ascoltano, perché lo interpretano come un segno del loro valore.

Gli argomenti di conversazione preferiti da queste persone sono di solito i loro successi e le storie di vita, tutto ciò che può farle apparire belle agli occhi degli altri. Quindi, nel fondo, quel monologo non è altro che un bisogno di costante autoaffermazione. Infatti, spesso il monologo è un modo per nascondere il loro dialogo interiore. La persona non vuole ascoltare ma vuole essere ascoltata. Osserva se stessa attraverso gli altri. Nietzche lo sintetizzò perfettamente: “parlare molto di sé stessi è anche un modo per nascondersi”.

Fondamentalmente, queste persone, come i narcisisti, sono profondamente immerse nel loro ego e mancano d’empatia, il che impedisce loro di capire che anche gli altri hanno dei problemi e hanno bisogno di sostegno, o almeno meritano di essere ascoltati.

Tuttavia, a differenza dei narcisisti, queste persone decidono di trasformarsi nel centro dell’attenzione assumendo il ruolo delle vittime. In un certo modo, stimolare la compassione diventa una strategia di manipolazione verso gli altri. Si tratta di un meccanismo di manipolazione piuttosto perverso che usa le parole, perché mentre con il narcisista di solito non abbiamo problemi a interrompere il discorso incentrato sui suoi successi, con le persone che parlano solo dei loro problemi entriamo in un gioco strano, ci sentiamo obbligati ad ascoltarle. In un certo senso, i loro problemi ci intrappolano, quindi ci sentiamo in dovere di ascoltarli e di averne pietà.

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