La caccia l colpevole è aperta. Ora che la classifica con i suoi aridi numeri ha conclamato il flop della gestione di questo inizio di stagione, in linea con il detto anno bisesto anno maledetto, nessuno ricorda che al termine del mercato avevano osannato la genialità del mercante pescarese che era riuscito ancora una volta a vendere i migliori, a prendere solo dei prestiti senza guardare le necessità tecniche della squadra ma solo le possibilità di mettere su una rosa squinternata, senza equilibri e con doppioni e triploni in alcuni ruoli ed altri che restavano scoperti.
Nessuno che ricorda come i gazzettieri locali inneggiando al “migliore” avevano fatto finta di no vedere che alcuni acquisti erano arrivati a Pescara in ambulanza con l’impegno societario di “guarire” per conto terzi questi infortunati atleti. Nessuno ricorda che esaltando senza veri motivi l’operato del Ferguson collinare si faceva solo del male al Delfino Pescara 1936...
Ora è aperta la caccia e nessuno dei gazzettieri aggreppiati dirà che la colpa suprema è nella gestione del mercato.
Oddo, paratosi il popò con un contratto biennale, ha avallato le operazioni e questa è una colpa che lo rende perdente e colpevole.
Daniele Sebastiani non rilascia dichiarazioni dopo l'ennesima sconfitta del Pescara. Il presidente biancazzurro ha solo detto "vedremo", in merito al futuro di Massimo Oddo. Successivamente, Sebastiani ha lasciato l'Adriatico in macchina con i due direttori. Il Pescara sta valutando se confermare la fiducia o no al tecnico biancazzurro, ma il destino di Oddo sembra già segnato: sarà esonero. A breve la decisione del Presidente Sebastiani. Sullo sfondo i nomi di Breda, Ventura, Sottil e Stellone...
Massimo Oddo: "Della società non ho visto nessuno. Sono andato direttamente negli spogliatoi.
Io non mi dimetto: lo farò se la situazione non dovesse cambiare quando avrò tutti a disposizione. Certe decisioni spettano alla società".
Breda sembra essere il favorito per prendere il posto di Oddo. Difficile invece che possa essere Pillon che si sta accordando per la panchina della Triestina.
Il cambio di allenatore, ormai, è cosa da fare se non già fatta nel momento in cui scrivo. Il modo più semplice per tentare di far cambiare rotta ad una squadra in crisi è sicuramente il cambio di allenatore. Meno costoso rispetto all’acquisto di nuovi giocatori e alla cessione di quelli che hanno deluso.
Ma tutto ha il suo prezzo.
E già immagino la faccia del mercante dinanzi ai costi che dovrà sostenere, suo malgrado.
In realtà quando un club cambia il tecnico, non licenzia quello vecchio per assumere quello nuovo. O meglio assume il nuovo tecnico, ma non licenzia quello vecchio. In altre parole il rapporto di lavoro con lui non si interrompe, a meno che non ci siano le condizioni per la risoluzione del contratto che lo lega alla società per sua colpa (o dolo).
Negli altri casi, quelli più frequenti di mancanza di risultati di conflitti con la proprietà, di pressioni di tifosi, media o altre componenti, o infine di forti incompatibilità con la squadra, non possono essere visti come causa di risoluzione del rapporto.
Tutt’al più le parti possono decidere di risolvere consensualmente, ossia d’accordo, il contratto. Eventualmente, come non raramente accade, con una liquidazione a favore dell’allenatore che se ne va “spontaneamente”.
Negli altri casi la società solleverà il tecnico dalle sue mansioni di guida della squadra affidando questo ruolo ad un altro tecnico, assumendolo, oppure ad un tecnico già presente fra i dipendenti della società (l’esempio più classico è quello dell’affidamento della panchina della prima squadra al tecnico della squadra giovanile) e si fanno anche i nomi di Campagnaro e di altri tecnici già sotto contratto interno.
Ma è chiaro che deve essere una scelta dell’allenatore quella di risolvere il contratto. Altrimenti rimarrà comunque a disposizione della società, percependo il regolare stipendio fino alla fine del contratto.
È quindi una questione di potere e volere. E finché l’allenatore esonerato non si dimette, la società dovrà continuare a versargli lo stipendio (senza però i premi, dopo l’esonero).
Quindi la società che cambia allenatore finché quest’ultimo non si dimette deve pagarne due.
Si cambia e chi arriverà cosa potrà fare con questa rosa se non si faranno i giusti correttivi a gennaio?
Basterà trovare un colpevole che faccia da capro espiatorio per nascondere le equivoche attività mercantili del nostro miglior presidente della storia biancazzurra? (Spero si colga l’ironia di questa frase).
La caccia è in corso.