Quando per strada qualcuno vedeva una persona con un atteggiamento inusuale o sospetto si gridava "dagli all'untore" trasformando la vicenda in una caccia alle streghe indiscriminata. Ora viene utilizzata per indicare che pur di trovare un colpevole si accusa qualcuno indiscriminatamente, senza prove.
Oggi, alcuni tifosi, di scarsa intelligenza, gridano “dagli al gufo” cercando un colpevole della situazione calcistica della Pescara calcio.
Dopo la sconfitta con la Spal in casa, invece di analizzare la sconfitta e trovare i giusti rimedi si grida al gufo e ci si aggrappa all’alibi del presunto errore arbitrale dimenticando che: il gol subito su rigore generosamente dato è arrivato nei primi minuti e che il Pescara ha avuto ben 86 minuti per raddrizzare il risultato; che l’atteggiamento isterico di Drudi ha compromesso il risultati; che in tutta la partita il Pescara ha fatto due tiri veri verso la porta avversaria; che il gioco, pur migliorato rispetto ai precedenti due tecnici, è ancora latitante, almeno per conquistare risultati importanti; che Cetere e Galano, chiamati a dare altra linfa al gioco hanno fatto il minimo sindacale e che Ceter, oltre allo strapotere fisico, dimostra lacune imperdonabili sul piano del tocco di palla; che la rosa, pur avendo in organico giocatori importanti, non è ancora riuscita ad essere una vera squadra; che i troppi giocatori in prestito non garantiscono quella “vis pugnandi”, quello spirito combattivo (animus pugnandi) che pure sarebbe necessaria; che se è vero che il rigore è stato generoso, è pur anche vero che nella situazione tutta la difesa è stata colpevolmente imperdonabile...
Insomma, va bene scaricare sui gufi la propria ira calcistica e sull’arbitro addossare la colpa di un risultati negativo al nono minuto, ma dopo, cosa si è fatto di concreto per venire a capo di una situazione che si fa sempre più drammatica?
Come non capire che, con questi atteggiamenti, gli eroi del tifo nostrano non fanno altro che regalare giustificazioni a chi è l’artefice di questo mezzo disastro calcistico?
Dico mezzo perché, pur se in misura ridotta, una piccola fiammella di speranza arde nel cuore di noi tutti.
E mi chiedo ancora, ma la risposta la so già, perché i nostri cantori del calcio locale continuano a trovare scusanti, invece di richiamare decisamente all’ordine chi è l’autore del tutto e che si presenta con la solita omelia dicendo che, comunque, anche in Serie C lui garantirà l’iscrizione, come se questa non fosse una questione di ordinaria amministrazione.
Dire che lui è un mago dei numeri e poi presenta un passivo di oltre venti milioni di euro, che non sa giustificare che fine hanno fatto decine di milioni di euro incassati, perché il Pescara ha nella rosa solo pochissimi elementi di proprietà, e che si arroga con presunzione il diritto di essere considerato il “miglior presidente” che il calcio pescarese ha avuto... perché non gli si chiede un minimo di trasparenza e di rispetto nei confronti di una città tutta che si vede rovinare un patrimonio di fede e di valori acquisiti negli anni precedenti alla sua presidenza?
Meglio dare al gufo piuttosto che rispondere concretamente alle domande che i tifosi non annebbiati si fanno.
Il Pescara nel girone di ritorno ha conquistato solo, dico solo, due punti in più rispetto alla gestione di Oddo, dove ci presentiamo con questi numeri che parlano di una difesa che ha subito ben 43 (!) gol segnandone solo 20 (!) e attestandosi come peggior attacco di tutto il torneo.
Questi numeri impietosi dicono esattamente che la colpa non è dei gufi o degli arbitraggi (in altre situazioni ci hanno favorito) ma di una dissennata operazione di mercato fatta non per creare una squadra competitiva ma per fare business, considerando che molti “acquisti” fatti e presentati come colpi di mercato passano il loro tempo in panchina...
Ma parlare ai sordi è come correre dietro il vento: inutile.