Quando al termine della partita Audace Cerignola Pescara (26 febbraio) registrammo il risultato di 2-1 per i padroni di casa e il Pescara, nel girone di ritorno aveva fatto, solo dieci punti ed era a meno 13 rispetto al girone di andata, rammento che ero preso dallo sconforto (come tifoso) e pessimista sul futuro del Pescara a meno che non ci fosse un brusco cambiamento nella direzione tecnica del Pescara, e i miei articoli di quel periodo erano tutti incentrati sulla favorevole scelta di Zeman come tecnico capace di poter ridare fiducia all’ambiente e costituire un riferimento positivo per tutta la tifoseria.

Del resto, già nel passato, il ritorno di Zeman, aveva ridato tranquillità ad un ambiente esplosivo come quello creatosi tra i tifosi e Sebastiani.

Per fortuna fu richiamato Zeman che si disse convinto di poter dare un volto tecnico tattico migliore alla rosa del Pescara.

Cominciò con un. pareggio  (2-2) con la Juve Stabia in casa e poi, in nove partite, registrò ben cinque vittorie, due pareggi e due sconfitte.

Con la sua maestria è riuscito a dare un volto alla rosa biancazzurra che, seppure non è quello a cui ambiva, lo è molto vicino e, con il tempo a disposizione, potrebbe anche riuscire a compiere un autentico miracolo.

Dal pessimismo alla speranza, il percorso del vostro cronista, e anche quello di gran parte della tifoseria.

Qualche piccola frangia di tifosi, che non credono nella capacità attuale di Zeman, esiste ancora e punta sulla sua anagrafe per dire che è da “carrello dei bolliti”.

A mio parere, invece, Zeman ha fatto un piccolo capolavoro.

Ha registrato abbastanza la difesa; ha dato un assetto diverso al centrocampo dove Palmerio è cresciuto in chiave di costruzione, Rafia offre spunti di vero talento, e Kraja, Aloi e Gyabuaa, oltre a Germinario sanno aiutare nella fase difensiva; mentre in attacco ha rivitalizzato uno spento Lescano che, colpevolmente, era stato messo da parte da Colombo, e ha fatto crescere calcisticamente Merola e lo stesso Delle Monache, senza dimenticare Cuppone che deve solo dare più ordine al suo dinamismo che, appare, a volte eccessivo e confusionario.

Insomma, dal pessimismo dinanzi  alla discesa paurosa di Colombo, alla speranza sulla risalita di Zeman.

Quanto manca per vedere il vero Pescara di Zeman? Risposta del Maestro:

"Non lo vedremo mai, io me l'aspetto tanto che però non arriverà. Finora è bastato per arrivare al terzo posto"

Il Pescara di oggi basterà per vincere nei play off?

Questa la domanda attuale.

Un eventuale rinvio di una settimana dell’inizio dei play off potrebbe essere utilizzato per migliorare la preparazione fisica dei biancazzurri.

In questo periodo del torneo vince la squadra che corre di più.

I numeri del Pescara, dopo 38 partite, ci parlano di una difesa che ha subito 42 reti, troppe per non temere gli attacchi delle finaliste.

Di converso si nota che il Pescara ha segnato 58 reti e questo fa ben sperare: del resto si vince segnando un gol più dell’avversario, avrebbe detto Vujadin Boskov.

I VERDETTI
Promozione in Serie B: Catanzaro
Ai playoff: Crotone, Pescara, Foggia, Audace Cerignola, Picerno, Monopoli, Latina, Potenza, Juve Stabia
Ai playout: Gelbison, Messina
Retrocessione in Serie D: Fidelis Andria, Viterbese

 

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