Ascoltare Daniele Sebastiani e Gaetano Auteri dopo la partita si ha l’impressione di essere fuori strada, cioè di non aver capito quali sono i limiti del Pescara, illudersi di fare “di tacco” questo campionato che appare sempre più difficile nonostante il regalo del presidente Gabriele Gravina che, su richiesta pescarese, ha inserito il Pescara nel Girone B dopo che per decenni aveva militato nel passato nel Girone C.

Sebastiani ha sempre detto di aver fatto uno squadrone. Il tecnico Auteri lo ha sempre supinamente assecondato nelle dichiarazioni e il danno si va delineando.

I due soggetti, giustificati perché portano acqua al loro mulino, hanno chiaramente detto che l’arbitro ha battuto il Pescara e in questo non possiamo condividerli.

Vi stralcio alcune loro dichiarazioni e poi le commenterò con voi tifosi:

Daniele Sebastiani: “La Reggiana è una grande squadra e di sicuro lotterà fino alla fine per la promozione. Perdere contro un avversario così ci può stare, ma noi siamo stati battuti dall’arbitro. Abbiamo disputato la migliore partita del campionato. I primi due gol della Reggiana sono viziati dal fuorigioco e l’espulsione di Di Gennaro è scandalosa”.

Gaetano Auteri: “Venivamo da quattro giorni difficili a causa del Covid e le assenze di Drudi, Frascatore e Nzita ci hanno tolto qualcosa, però abbiamo ugualmente disputato una grande partita. Dovevamo chiudere il primo tempo con due reti di vantaggio. Tuttavia, non posso non parlare delle decisioni arbitrali che ci hanno di nuovo penalizzato. I primi due gol della Reggiana sono stati segnati in fuorigioco, sono irregolari.”

Per onestà di cronaca confermo che i due personaggi fanno bene a crearsi degli alibi, ma non dimentichino, e soprattutto non dimenticatelo coi tifosi, che sono soltanto alibi.

Per “alibi” si intende generalmente una allegazione difensiva di
circostanze di fatto prospettabili a difesa dei due dirigenti (in questo caso) che si
pongono in oggettivo contrasto con i fatti posti a base dell’ipotesi accusatoria espressa da i critici che dissentono e sono restii a reggere solo il microfono.

Invece di accampare scuse e gridare ad inesistenti complotti arbitrali (anche perché nel corso di queste sette partite qualche favore il Pescara lo ha avuto) si studi bene la situazione e invece di dire abbiamo fatto “una grande partita” con il rischio di avere dei cali di tensione da parte dei giocatori che si vedono scaricare le responsabilità che diventano solo degli arbitri, si dica:

perché una squadra che vuole vincere il campionato dopo solo sette partite ha undici gol al passivo;

perché Auteri in sette partite non ha ancora capito quale deve essere la formazione base;

perché i difensori hanno varie fasi di disattenzione;

perché a centro campo si fanno così tanti errori nei passaggi e nella fase di interdizione;

perché Memushaj è costretto nelle retrovie del centrocampo;

perché non si ha ancora chiarezza sul modulo da adottare come base anche se sono giuste le variabili necessarie per rispondere ai movimenti degli avversari;

perché si insiste su De Marchi mentre Ferrari appare molto più volitivo, rapido ed efficace.

Unico lato positivo che mi pare di poter riscontrare è la preparazione atletica considerando che la squadra è viva fino al termine della gara anche se non sempre ha chiare in mente le soluzioni tattiche da adottare.

Attenzione, finora abbiamo incontrato solo Ancona e Reggiana tra le forti, e quando arriveranno le altre? Quindi, niente alibi, ma lavoro e tanto impegno da parte di tutti.

Tutto è ancora in itinere e tutto è risolvibile solo se si cambia modo di comunicare e di gestire la società. Quello che mi addolora non è tanto la classifica che potrà migliorare, quanto il vedere la tifoseria divisa e spaccata per colpa del mercante.

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