A margine della finale di Coppa Italia di Serie C il numero uno della Lega Pro Matteo Marani (nella foto) ha rilasciato alcune dichiarazioni sul tema delle seconde squadre: "In questi ultimi giorni si sta muovendo qualcosa. E’ un processo lungo il progetto delle seconde squadre. E’ una risorsa importante se usata nel modo giusto, deve aiutare a trovare giovani, costruire serbatoi. La Serie C deve preparare al calcio."
Faccio mia questa riflessione e dico, in vista di queste due ultime partite del campionato regolare (Monopoli e Picerno) che assegneranno di fatto la terza posizione in classifica, che bisogna lasciare la squadra tranquilla, senza troppe pressioni, anche nei confronti del mister Zeman, e che bisogna saper vedere oltre il puro risultato di queste due gare. Zeman sa insegnare calcio, ma ha avuto il tempo necessario per istruire tutti i giocatori di cui la rosa ha la disponibilità?
Questi centottanta minuti più recupero devono servire a proiettare la squadra nel modo migliore nel minitorneo dei play off.
Saper guardare oltre significa ammettere che ci possano essere dei mondi calcistici diversi che altro non sono che idee nuove del calcio, e questo è straordinario.
Saper guardare oltre significa anche saper guardarsi dentro, in profondità e capire cosa è veramente la Pescara calcio in rapporto alle altre realtà di tutti e tre i gironi.
Spesso passeggio sulla riva del mare con la mia cucciolotta, Maggie, e mentre lei rincorre qualche gabbiano che si attarda nelle vicinanze, guardo l’acqua e non posso fare a meno di riflettere su ciò che c’è oltre, ciò che non si vede, ciò che c’è in profondità.
Anche nella nostra vita e nei nostri comportamenti possiamo fermarci sulla superficie dell’acqua oppure scegliere di guardare più in profondità, guardarsi dentro per affrontare la vita in modo diverso.
Rimanere in superficie significa trovare un modo per appagare l’idea che abbiamo delle potenzialità della Pescara calcio e di come tutelarle e credere di essere i migliori perché “Nu seme nu”.
È una cosa facile.
Mentre, ammettere che oltre quell’idea, oltre quella verità, ce ne possano essere altre, è più complicato. Significa ammettere che ci possano essere dei valori diversi che altro non sono che idee nuove del mondo del calcio, e questo è straordinario.
Giocare per vincere, va benissimo. Ma bisogna avere tutti gli strumenti necessari.
Bisogna saper guardare e vedere, in una ottica globale, cosa è stato fatto dalla società, quali giocatori sono stati ceduti in modo superficiale e quali acquisti sono stati fatti, non in funzione del rafforzamento reale della rosa, ma solo per un puro atto mercantile capace di garantire al mercante guadagni personali.
Guardare e vedere oltre, significa capire fin dove arrivano le responsabilità dell’uno e quelle dell’altro: facile creare un capro espiatorio e addossare ad altri le colpe per non aver saputo guardare e vedere in modo lucido e razionale cosa chiedeva il campionato e cosa gli è stato proposto.
Non basta riempirsi la bocca con le parole “Nu seme nu”, bisognava fare un mercato diverso, tra estate ed autunno, e garantire l’equilibrio nei tre settori: noi, invece, abbiamo alcuni buoni giocatori, non abbiamo le riserve giuste, abbiamo dei ruoli ultra coperti ed altri manchevoli.
Guardare e vedere oltre significa capire tutto ciò e non perdere tempo a rincorrere il vento.