Il tre a zero di Taranto ha fatto rimettere i piedi per terra a coloro che continuavano a dire che il Pescara è una squadra con una rosa forte e che, dove avrebbe fallito (?), a loro dire Colombo, Zeman avrebbe rimediato con la sua riconosciuta bravura come “maestro” di calcio.
Personalmente avevo espresso dei dubbi sul tempo limitato che il boemo aveva ed ha a disposizione per cambiare volto tecnico e tattico alla “rosa” biancazzurra.
Sono anni che seguo Zeman, e del suo lavoro conosco tutti i vari aspetti tecnici, e dei mercati estivo ed autunnale del Pescara ho scritto e detto molto sintetizzando il tutto in una frase: la rosa del Pescara, ancorché presenti delle individualità di un certo valore, nel suo coacervo è incompleta.
Infatti, sempre a mio modo di vedere e di analizzare le cose calcistiche, se rassicurazioni dovevano arrivare, al termine delle operazioni di mercato, mentre il presidente si dava un voto alto sostenuto anche dalla gran cassa dei suoi paggetti, pronti e chini a far da reggi microfono per le sue evanescenti esibizioni dialettiche che avrebbero dovuto dimostrare al colto e all'inclita, cioè a tutti indistintamente, il suo valore di mercante, precisai che quelle rassicurazioni non erano arrivate del tutto.
Si potrebbe riassumere il mio pensiero di allora così: il mercato del Pescara in questa strana sessione estate-autunno, è stato incompleto mancando nei ruoli importanti, le alternative giuste.
Come dire che se qualche titolare avesse avuto problemi, infortuni o squalifiche, non ci sarebbero stati rincalzi adeguati.
E’ vero che le difficoltà erano tante, soprattutto dal punto di vista societario, ma da sistemare c’erano i problemi di una rosa completata da troppo prestiti e con troppi elementi ai quali bisognava garantire minutaggio e presenze per poter far scattare i premi di preparazione e che diverse alternative erano inconsistenti.
Il carisma di Zeman ha fatto sperare in un miracolo: pareggio con la Juve Stabia, vittoria con il Gelbison, sconfitta di misura a Messina, vittoria con la Turris, pareggio sopravvalutato a Catanzaro contro una squadra in festa da giorni, vittoria netta sulla Virtus Francavilla... insomma, c’erano i presupposti per credere che il miracolo fosse possibile.
E’ arrivata la stangata di Taranto (una squadra che insieme al Crotone vanta due vittorie, interna ed esterna con i biancazzurri) per far rimettere i piedi per terra quasi a tutti, in attesa di Monopoli e Picerno, per capire se si chiuderà al terzo o al quarto posto in classifica.
Per abitudine non accetto il fasciarsi la testa prima della rottura e, quindi, aspetto che il “maestro” completi il suo lavoro nei play off.
A volte le sconfitte fanno più bene di una vittoria ed è pensabile che tutti abbiano imparato qualcosa dalla “scoppola” tarantina.
Ma resta sempre da tenere in debita considerazione che sono bastate tre assenze in difesa per far crollare tutto l’entusiasmo della tifoseria che aveva dimenticato le “colpevoli” lacune lasciate dai due mercati estivo ed autunnale.
Come dire che, come spesso accade, i nodi arrivano al pettine.
Speriamo, per i tifosi biancazzurri, che Zeman li sappia sciogliere.