Paura e capacità ridotte stanno minando tutto l’ambiente calcistico pescarese. Ora tutti a sparare addosso alla Croce Rossa. Quando era il momento di far aprire gli occhi al mercante che pensava solo a monetizzare con cessioni assurde e con prestiti pilotati, i cronisti locali esaltavano le genialità del Ferguson dei colli dando voti alti e inneggiando ai grandi valori acquisiti e al cronista che metteva in evidenza i palesi errori di mercato e le false valutazioni si dava l’epiteto di “nemico del Pescara” confondendo le critiche a Sebastiani come se fossero indici di malanimo verso il Pescara che non è, e non sarà mai, impersonato dal peggior presidente mai avuto nella storia pescarese.
Ora la paura e le capacità ridotte in chiave presidenziale (perché le sue genialità sono solo in ambiti mercantile) fanno temere il peggio e gli esegeti reggitori di microfono di ieri diventano gli accusatori di oggi.
Pescara ultimo in classifica con la miseria di un punto. C'è poco o niente da salvare di questo Pescara che ha avuto in disastroso avvio di stagione. Anche contro il Venezia la squadra è letteralmente crollata a livello mentale ed è stata travolta dai lagunari
L'attacco proprio non va. Lì davanti non si conclude niente. Galano si perde in mezzo al campo. Gli altri non fanno meglio. Bocic gioca pochi palloni. L'attacco non è collegato con gli altri reparti e lì davanti manca un centravanti vero. Aspettando i rientri di Asencio e Ceter, per il momento il Pescara è più che spuntato.
Per non parlare, poi di una difesa inesistente che in 4 partite ha subito 9 gol. Bocchetti non è in condizione, spesso tutti sono fuori posizioni e gli esterni hanno letteralmente fatto flop.
Oddo cerca alibi e scusanti fuor di luogo: "La squadra è fragile, a livello emotivo abbiamo accusato il gol preso allo scadere. Ma i gol si subiscono e non possiamo non reagire. Questa fragilità va rimossa. Abbiamo delle assenze, la squadra è costretta a giocare a terra proprio per la struttura dei nostri attaccanti. Nel primo tempo abbiamo sofferto ma ci siamo difesi bene. Nella ripresa abbiamo fatto male, i troppi gol presi sono sintomo di una mancanza di compattezza. Giocando tre partite in una settimana ho dovuto cambiare molto la squadra. Diambo è entrato bene, Nzita anche ci ha dato maggiore copertura. Alcune scelte sono state obbligate.”
Parlando di mercato, cosa che lo infastidisce molto perché sa di aver colpevolmente avallato le operazioni del Ferguson collinare, dice: "I voti si danno a fine campionato e sono stufo di queste domande. Non mancano giocatori, li abbiamo ma sono fuori come Maistro, Ceter e Asencio. Un centravanti? Se arriva un giocatore forte e pronto tutti gli allenatori sarebbero felici. Ma se arriva Pazzini bisognerà vedere come starà fisicamente. Se dovesse rientrare tra un mese mi affiderei agli altri, ma prima di tutto è da vedere se arriverà".
Parole, mistificazioni, azioni antisportive e valide solo sul piano commerciale che fanno di Sebastiani il “genio del male”.
Lo scorso anno il Pescara si è salvato per il rotto della cuffia. Quest’anno…?
Solo un miracolo può aiutare il Pescara a risollevarsi e questo, di certo, non lo potranno fare Oddo e il suo presidente.
La piazza che fa?
Il sindaco, sempre presente nelle presentazioni di progetti farlocchi, che fa?
Oltre ad avere paura la piazza che fa? Accetta supinamente di essere oltraggiata dalla mentalità “antisportiva” di un parvenu del calcio che deve ringraziare solo il carattere di Peppe De Cecco che gli ha regalato una gallina dalle uova d’oro che lo ha salvato dai flop delle sue attività precedenti. Ha incasso molto, ha speso pochissimo, ha in mano una società con molti debiti, un gruppo di soci che non lo assisteranno più e che sono in attesa dell’assemblea per discutere del bilancio dello scorso anno che deve essere ancora votato. Deve restituire quanto avuto con la vendita dei bond, deve restituire le quote degli abbonamenti non goduti dello scorso campionato, deve… ma non fa. Sicuramente sta pensando a come scaricare su altri i suoi errori e dopo chi s’è visto s’è visto.
Questo è il momento che il tifoso sta vivendo, ecco il perché della paura e il perché della mancanza di capacità.