A margine di un evento organizzato dal Rotary di Pescara, il presidente della FIGC Gabriele Gravina, tra l’altro autore di “Il bilancio d'esercizio e l'analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, ha parlato del club abruzzese: "Il Pescara con questa società ha trovato una continuità importante. Sappiamo quanto sia difficile oggi fare calcio, a livello economico e finanziario. Il Pescara invece mantiene stabilità e continuità, è coerente a livello progettuale: questo è il vero punto di forza di questa società. Il Pescara dimostra come il calcio, gestito correttamente e con attenzione ai conti e alla gestione, può essere fatto con grande continuità".

Conosco, giornalisticamente parlando, il presidente Gravina da anni e so dei suoi valori che ne fanno, oggi, un simbolo del calcio nazionale in generale, e abruzzese in particolare e sentirlo dire che il presidente Sebastiani “ha gestito correttamente il calcio pescarese con attenzione ai costi e alla gestione”, mi ha lasciato perplesso.

Va bene che è stato detto in un contesto conviviale al Rotary, e si sa come vengono vissuti questi eventi, dove diventa quasi doveroso esprimersi sulla base “e tutti vissero felici e contenti”, ma c’è anche un limite dovuto al rispetto della intelligenza altrui.

Parlare di “gestione corretta”, con un presidente che deve ancora rispondere alla Magistratura per la presentazione di bilanci falsi che chiamano in causa anche la Federazione e la Covisoc per i controlli fatti, quanto meno con molti distinguo da porre in evidenza, senza voler tacciare nessuno di collusione, Dio ce ne guardi e liberi, e siccome tutti sono innocenti fino a prova contraria, non accusiamo nessuno, però il buon senso e la massima “del bel tacer...” avrebbero dovuto consigliare al presidentissimo Gravina una maggiore prudenza nel fare certe affermazioni pubbliche.

Riflettendo sulle sue parole, sulle risposte ancora attese da parte del Tribunale dell’Aquila e dell’inchiesta della Finanza pescarese, viene da chiedere quale peso abbiano eventuali “cambiali psicologiche”, scadute o in scadenza, ad aver spinto il presidentissimo della FIGC a tali dichiarazioni che, proprio alla luce degli aspetti fiscali e legali ancora in itinere, sanno di avventura dialettica.

Parlare di “stabilità e continuità”, per un sodalizio passato in brevissimo tempo dalla Serie A alla C e da un inizio di campionato esaltato dai soliti tromboni addomesticati e asserviti, che si è concluso con un penoso quinto posto a ben 25 punti dalla vetta, e con un deludentissimo pareggio finale interno con la Imolese (2-2), sa di ironico atteggiamento critico.

Atteggiamento che viene, però, reso nullo, e quindi,  diventa espressione di un'alleanza inconscia in cui si accetta anche la figuraccia e ci fa dubitare della correttezza critica del massimo esponente del calcio italiano che, ancorché in crisi seria, dovrebbe, comunque, avere una sua dignità almeno di facciata.

Domenica primo maggio comincia per il Pescara la roulette dei play off con una partita secca interna con la Carrarese con la quale nel campionato abbiamo fatto registrare una vittoria ed un pareggio e, quindi, è prevedibile un certo passaggio al secondo turno.

In attesa degli sviluppi espressi dal campo ci auguriamo che il nostro san gabriele locale (minuscolo di rigore) sappia gestire meglio il suo amico Daniele e lo faccia rinsavire di quel tanto che basti a riportare il Pescara in Serie B senza ammorbarci ancora con le sue ormai sterili bordate di bugie a tutti i livelli.

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