Quotidianamente mi reco allo stabilimento Plinius per ricreare il mio spirito con la vista del mare e respirando iodio e per far sgambettare la mia cagnolina Maggy.
Da qualche settimana mi diverto ad osservare al lavoro degli atleti che lavorano sulla pista del campo da tennis.
Incuriosito, ho chiesto come mai lavorassero in quella sede:
“Ci hanno chiuso le palestre ma noi facciamo della resistenza la nostra parola d’ordine. Assurdo bloccare l’attività sportiva singola con motivazioni che sanno tanto di incompetenza. Pertanto, per non perdere il nostro stato fisico e tecnico, ci alleniamo su questo spazio messo a disposizione dallo sportivissimo Lorenzo Papa con continuità e costante impegno.”
Come si chiama la vostra disciplina e cosa è in pratica?
“Sanda. Anticamente il Sanda era conosciuto anche con i nomi di Xiangbo (lotta contro l’altro), Shou-Bo (lotta con le mani), Bian (impetuosità), Baida, Shou-zhan (battaglia con le mani).
Il termine Sanda significa letteralmente “pugni liberi”, viene spesso inteso come la possibilità di colpire liberamente il proprio avversario, ma può essere meglio tradotto con “combattimento libero”. Questo modo di chiamare la Boxe Cinese è tipico del Nord della Cina ed è un vocabolo molto in uso nelle scuole europee e africane.
Il Sanda (散打) è uno sport da combattimento cinese uno-contro-uno. Visto a volte come uno stile indipendente, è considerato uno dei componenti delle Arti marziali cinesi. Il termine Sanda è il più antico e il più usato, anche se il termine ufficiale stabilito dal governo cinese è Sanshou (散手, mani alla rinfusa, termine che si riferisce al combattimento sportivo libero).”
Gli atleti che ho visto allenarsi, esprimono una ricchezza di movimenti a corpo libero e si nota come la preparazione fisica sia notevole. I due maestri impegnati sono i fratelli Osvaldo Taresco, maestro laureatosi in Cina, e Danilo, apprezzato osteopata.
Le tecniche e lo spirito del Sanda?
“Le tecniche possiedono le simultanee caratteristiche di semplicità, solidità, agilità e flessibilità nei movimenti, e le loro combinazioni sono state escogitate per generare una notevole efficacia nell’attacco e nella difesa. L’utilizzo variabile e adattabile di differenti tipi di forze interne ed esterne, rende le sue impareggiabili tecniche, invincibili.
In virtù delle sue perfette combinazioni tecniche di calci, pugni leve e proiezioni, è considerato una delle Arti Marziali più efficaci e complete in assoluto, fortemente consigliata come disciplina fisica e in modo particolare come difesa personale, in quanto permette di sconfiggere un avversario in un lasso di tempo molto breve.
Le spettacolari abilità nel combattimento, che hanno reso leggendari i monaci Shàolín, non si limitano solo ad un piano prettamente fisico, ma si estendono anche all’aspetto psicologico del pensiero, della salute e della vitalità, e a quello ancora più elevato il livello dello spirito.
In questi giorni ho visto impegnati diversi atleti, me li puoi presentare?
“Agli ordini di Osvaldo Taresco si allenano dei ragazzi molti dei quali già vincitori di titoli nazionali e sono: Federico Febo, Luca di Giovacchino, Michele Balducci, Manuel Di Carlo, Stefano Michelini, Christian Iaione, Andrea Piccirilli, Simone Papa.
Il gruppo che si allena con Danilo Taresco è formato da: Lorenzo Papa, Carlo Oliviero, Marco Mambena, Angelo Baronetti, Alessio D’Addazio, Antonio Lorenzo, Matteo Lupo, Enrico Vitacolonna, Christian Grava..
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