Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, ha ribadito, ancora una volta che farebbe bene a tacere. Parlando di panchina biancazzurra ha detto: "Pensare a chi sarà il tecnico dell'anno prossimo, in questo momento, è l'ultimo dei miei pensieri. Legrottaglie è stato sfortunato, come del resto Zauri. Sicuramente noi non abbiamo la squadra migliore della Serie B, ma nemmeno quella peggiore. Abbiamo avuto una serie di infortuni e sfortune che, da quando siamo nel calcio, non ci erano mai capitate. L'identikit del tecnico ideale? Un giovane che abbia tanta voglia di lavorare e che faccia lavorare, perché per me il lavoro paga sempre. Io sono sempre stato innamorato del modo di allenarsi e del gioco di Zeman. Magari meno della persona. Ecco, mi piacerebbe vedere a Pescara un tecnico che avesse la stessa voglia del boemo..."

Ha dimenticato di averlo trattato un malo modo e non può trincerarsi dietro il fatto che non era innamorato della persona… Un presidente non dovrebbe innamorarsi della persona, ma del lavoro che quella persona sa fare…

Perché non confessa che con Zeman non poteva fare il “Ferguson dei colli” e che doveva stare zitto ed ascoltare il maestro come uno scolaretto invidioso.

Ora ha trovato in Legrottaglie, un uomo “persona di Cristo” che non potrebbe non amare ma Legrottaglie ha fatto intravvedere qualche lato del suo carattere che non piace al nostro esperto di calcio: … A ogni modo, si può ora spettacolizzare il calcio, faccio l'esempio delle cinque sostituzioni, prendiamo qualcosa di buono da questo periodo disastrato. Ne va anche per il ruolo dell'allenatore, potrebbe divenire più decisivo, e per la mentalità dei calciatori, che sarebbero obbligati a pensare maggiormente al "noi" piuttosto che al solo personale: l'emozione nel calcio va allenata, i risultati si ottengono anche così".

… Dobbiamo ascoltare e rispettare il nostro presidente che può dire tutto quello che pensa – spiega Legrottaglie – e se ha dichiarato che vuole un allenatore giovane e che ama lavorare, allora mi rivedo in quell’identikit. Naturalmente non cambio la mia identità per gli altri; ho le mie attitudini e spero che anche il presidente apprezzi quello che faccio. Io sono qua e possiamo continuare a lavorare insieme. Sono uno cui piace costruire – conclude il tecnico – e spero di poterlo continuare a farlo a Pescara, perché qui mi trovo bene”. 

Tutta l’ironia del mister esce chiaramente allo scoperto e, soprattutto, la sua signorilità di linguaggio che, però, credo sia poco capito dal nostro “faccendiere del calcio” che ha bisogno di tenere a fianco elementi capaci solo di dire sì alle sue esternazioni e tenere defilati personaggi validi come Zeman, prima, Giorgio Repetto, poi… e così andremo avanti sempre sperando che il lato B di Sebastiani continui a funzionare…

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