Nell’ottobre del 1982 fui trasferito come Direttore Didattico da Pavia a Cellino Attanasio, un ridente centro collinare del teramano. Avevo lasciato la nebbiosa e rossa città della Lombardia per le assolate colline abruzzesi che si stagliavano verso i calanchi di Atri.

Nella scuola elementare, sede della Direzione Didattica, ragazzi vispi e vivaci frequentavano le cinque classi elementari, con due sezioni e dieci docenti, una delle quali affidata alla signora Del Papa, impegnata nelle attività integrative.

La scuola era una fucina in fervente attività, preludio alla creazione della scuola a tempo pieno che in quel periodo dava ai ragazzi la possibilità di mettersi in luce e formare meglio la loro personalità con attività di ampio respiro culturale. Tra queste quelle motorie, musicali, di giornalismo, pittoriche tanto che nell’anno successivo si riuscì a “raddoppiare” l’organico dei docenti nella scuola che comprendeva anche i plessi scolastici di Faiete, Scorrano, Villa Bozza, Montefino e, più tardi, anche Castilenti.

L’anni scolastico trascorse serenamente e proficuamente. Nell’ultimo scorcio, verso maggio ’83, un’alunna, la più dinamica e gioiosa delle altre, la stessa che quasi ogni giorno veniva a trovarmi in ufficio per4 sottopormi alcuni lavori didattici, mi chiese: Direttore verremmo realizzare una “recita” di fine anno per la maestra Del Papa che ha deciso di andare in pensione, ci dà il permesso? le risposi che ero ben felice di vedere all’opera lei e tutte le sue brillanti compagne che facevano a gara per essere sempre più solerti nei loro impegni e lavori scolastici.

Mi precisò: “Il testo della recita e tutto lo svolgimento lo scriveremo noi e sarà una sorpresa”:
Prima della chiusura dell’anno lo spettacolo andò in scena! Un capolavoro di bravura e di creatività. La maestra rimase commossa e fu salutata alla grande.

Gli occhietti di quell’alunna brillavano per la felicità come due diamanti incastonati in un viso dolce e dai tratti delicatissimi.

L’anno seguente, con la scuola a tempo pieno, quel lavoro fu additato, come testo “pilota”, per tutti i successivi impegni di carattere linguistico – teatrale e fu considerato un punto di riferimento anche per le altre discipline, uno “scrigno” da cui si attingevano riserve preziose per tutti i compagni della scuola.

Quell’alunna, sempre più matura e pronta, si licenziò con un giudizio finale molto positivo che confermò nelle successive classi della Scuola Media e Superiore.

Il mio successivo trasferimento nelle sedi di Tagliacozzo (5 anni) e in quella attuale di S. Demetrio Ne’ Vestini (AQ) da 11 anni, mi avevano fatto perdere di vista quell’alunna che, cresciuta, si era laureata e aveva intrapreso una carriera da £Hostess” nel pr4estiiogoso treno il “Pendolino” che, giornalmente percorre la tratta Milano – Roma in meno di cinque ore.

L’ex alunna di Cellino Attanasio aveva raggiunto il suo obiettivo e il fatto che non volava in cielo, ma svolgeva la sua attività di Hostess per terra, aveva rassicurato i suoi genitori, soprattutto la madre Giuseppina che all’epoca era una delle docenti più impegnate nella scuola da me diretta.

Il 12 gennaio 1997, nei pressi di Piacenza, il Pendolino deragliò e la nostra ex alunna (Lorella Santone) restò intrappolata nel vagone della morte. Per alcuni secondi, solo una manciata, non riuscì a salvarsi. Se ne volava così in cielo, a soli 23 anni, lasciando nella disperazione tutti.

L’Italia si commosse di fronte a quella tragedia ferroviaria. Solo qualche istante prima Lorella aveva servito l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel vagone della ristorazione.

Ho rivisto Lorella al cimitero di Cellino Attanasio qualche giorno fa. Lo stesso sorriso di quando era alunna, la mia ex alunna della scuola elementare.

Accanto all’all’altare tutti suoi giochi di fanciulla e una lirica toccante e di alta spiritualità vergata da un altro insegnante che faceva parte del gruppo di lavoro che all’epoca dirigevo: Bruno Di Pasquale.

Lorella mi ha salutato con lo stesso sorriso accattivante di 14 anni prima. E dentro o di me ho risentito la sua cove argentina che mi chiedeva: “Direttore, ci dà il permesso di realizzare una recita di fine anno per la maestra Del Papa?”

   

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