La classifica ci vede ancora al terzo posto a meno 18 rispetto al Catanzaro e meno 12 nei riguardi del Crotone, prossimo avversario nel posticipo di lunedì prossimo, e il Pescara vanta un più 6 rispetto alla Juve Stabia che, però, non dovrebbe insediarci il terzo posto considerando che il ritorno si giocherà a Pescara e che all’andata fu superato sul suo terreno per 2-1.
Con questo pareggio il Pescara ha perso 5 punti (in due partite) rispetto al girone di andata:
“Un pareggio che in realtà è una sconfitta”.
L’allenatore Alberto Colombo dice di aver vissuto in questo modo la partita: “Grande rammarico, grande incavolatura. Si deve lavorare principalmente sulla mentalità.”
I dirigenti e l’allenatore fanno consumo di parole, come alcuni giornalisti e diversi opinionisti, per cercare di giustificare questi passi falsi e questo deciso ridimensionamento della squadra. Personalmente, e chi mi legge sa che in tempi lontani dissi che questa squadra era sopravvalutata così come lo era lo stesso Colombo.
I numeri dicono la stessa cosa.
Il fatto che nelle prime 15 partite il Pescara avesse registrato ben 11 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte (Crotone e Catanzaro in casa) aveva fatto passare sotto silenzio la caratura del gioco e le dinamiche delle partite e, quindi, dei risultati.
Il tifoso medio pescarese era in uno stato di astinenza dovuto alle delusioni della stagione precedente e, nel vedere la squadra vincere, aveva ricevuto una flebo di energia e di euforia che gli avevano fatto credere di avere trovato squadra, gioco e tecnico capaci di risollevare il loro morale, il tutto gonfiato ad arte dai mirabolanti commenti dei trombettieri” di turno, e quindi incapace di “vedere” la qualità dei risultati.
Le due sconfitte con il Crotone e con il Catanzaro avrebbero dovuto far aprire gli occhi a chi, di professione, fa il critico sportivo.
Invece tutti a fare i tifosi non rispettando il proprio ruolo.
E così sono arrivate, in progressione, le sconfitte di Francavilla, Taranto, Picerno e Avellino con un ridimensionamento doloroso e traumatico.
Da parte sua, il presidente ha continuato la sua politica mercantile togliendo alcune sicurezze alla squadra e il risultato non poteva che essere questo: terzo posto lontanissimo dalle prime due posizioni, e un quarto posto che si avvicina e che sarebbe, per i biancazzurri, un disastro tecnico.
Colombo dice che bisogna lavorare sulla mentalità, come dire che più del suo lavoro sul campo sarebbe necessario quello di un “mental coach.”
(Il Mental Coach è un “accompagnatore” che, attraverso un processo creativo e generativo, stimola la riflessione ispirando la persona a massimizzare il potenziale).
Nonostante io sia “datato”, sono abbastanza “moderno” da credere nella funzione del mental coach; ma credo di più nella programmazione societaria; nel rispetto del presidente verso la tifoseria... un rispetto che si esprime investendo sul rafforzamento della squadra e non sulle operazioni mercantili indirizzate solo al rimpinguamento del suo patrimonio personale; credo nelle conferme dei giocatori più forti e nel coprire eventuali lacune nella rosa.
in parole povere credo in un progetto tecnico sostenuto dalla passione e dalla capacità organizzativa... ma quando in maniera ricorrente, si rovina quanto di buono fatto nel girone di andata, per soddisfare soltanto la bramosia personale, allora, da cronista che usa un linguaggio semplice e libero, dico che per il tifoso arriveranno tempi duri se il Ferguson dei colli non cambierà registro.