Dice Sebastiani in risposta al comunicato dei Rangers: “Accetto la loro arrabbiatura e anche l’invito a farmi da parte; poi, però, questa gente dovrebbe assumersi la responsabilità sul futuro del club e portare un acquirente: posso andarmene subito, visto che mi considerano il peggiore presidente della storia, anche se la storia dice altro. Inoltre siamo al lavoro sui rinnovi e i contratti in essere con alcuni che vanno rivisti. Alcuni giocatori poi non hanno la testa per restare in Serie C e noi abbiamo bisogno di gente di categoria che voglia giocare con questa maglia addosso. Abbiamo le idee abbastanza chiare, ma ci siamo presi qualche giorno in più in attesa della fine dei campionati.
Il signor Sebastiani e gli stili comunicativi. Lui che non è un mago della comunicazione e che si avvale di dilettanti allo sbaraglio per comunicare dovrebbe sapere che tradizionalmente si parla di stile aggressivo, stile assertivo e stile passivo.
Ognuno di questi stili è caratterizzato da pensieri, emozioni, atteggiamenti e comportamenti che vedremo meglio. La parola stile tende però a mettere più enfasi sulla persona che sul suo comportamento.
Chi adotta un comportamento aggressivo, come il signor Sebastiani, riesce spesso a realizzare i suoi desideri, ma a spese degli altri, rovinando così il suo rapporto con loro. Con più frequenza di altre persone cerca di risolvere situazioni problematiche con la violenza verbale, mettendo così a disagio gli altri o offendendoli.
Lascia poco spazio agli altri e tende a imporsi in continuazione, magari anche inavvertitamente. Non ammette quasi mai di avere torto. Le sue 'esplosioni' ripetute ne fanno una persona che finisce per essere evitata dagli altri e, dato il suo scarso successo sociale, una persona generalmente insoddisfatta di sé.
Sebastiani attacca invece di spiegare e dire come stanno le cose.
Vediamo di cosa è accusato:
Di essere il peggiore dei presidenti della storia del Pescara. Lui ribadisce che la storia dice altro e non si accorge che lui, la storia del Pescara, non la conosce proprio.
È accusato di aver fatto principalmente i suoi interessi sfruttando al meglio delle sue possibilità il sodalizio.
Dice di essere pronto a farsi da parte ma non dice come. Pensa forse di trovare allocchi disposti a dargli altri soldi oltre quelli “impolpati” in questi anni? Perché non dice che la società ha dei grossi debiti e non li espone; perché non dice quanti sono i contratti in essere che appesantiscono il debito del Pescara e come siano stati firmati tutti questi contratti con giocatori mai scesi in campo; perché non dice quali e quanti sono i giocatori di proprietà. Perché non precisa le “tangenti” pagate e quante sono ritornate? Perché non precisa la vera entità dei contratti e le vere somme pagate ai contraenti. Perché si ostina a far credere agli allocchi che non ci sono acquirenti e non dice che non ci sono operatori seri disposti a regalargli altri soldi e che aspettano che lei si decida prima, a quantificare il reale valore della società, e poi, il prezzo richiesto?
Quando non si vuol vendere non si fa altro che alzare i fumogeni che avvolgono la verità e la rendono invisibile a chi vuole capire come stanno realmente le cose.
Accusa i giocatori come se fossero arrivati a Pescara con atti personali di forza e non contrattualizzati da lui personalmente, visto che il settore tecnico ha avuto poca voce in capitolo.
E, parlando di settore tecnico, con molta furbizia ma anche scostumatezza, cerca di far ricadere le colpe su Giorgio Repetto che è stato di fatto tenuto fuori dall’area di mercato.
Cerca di addossare la colpa anche su quella piccola frangia di giornalisti liberi che la mettono di fronte alle sue responsabilità, affermando che hanno interesse a farle del male perché sono suoi nemici personali...
Attacca per non rispondere alle domande che ritiene “atti di inimicizia”, considera i tifosi del Pescara prima clienti e ora come “questa gente”, perché dal suo piccolo piedistallo di arroganza e di sicumera non riesce ad avere nessuna espressione positiva per coloro che rappresentano la vera forza della Pescara calcistica.
Impari a comunicare, signor laureato on line, e sappia che essere leader significa avere una meta da raggiungere insieme ai propri collaboratori che devono essere aggregati intorno ad un obiettivo comune ma lei ha difficoltà a farlo perché, per primo, non ha chiari gli obiettivi sportivi da raggiungere, lei conosce solo l’arte della speculazione di mercato.
Lei, non solo è il peggior dirigente mai apparso a Pescara ma anche il peggior nemico di sé stesso. Goda delle sue uova d’oro fin quando la gallina le depone, dopo di che... prenda i soldi (quelli che restano) e scappi.