Si complica sempre di più la classifica del Pescara che scivola al settimo posto. Anche il Pontedera, infatti, approfitta del periodo nero del Delfino effettuando il sorpasso sui biancazzurri.
Riccardo Brosco, capitano biancazzurro, ha così commentato: “Come capitano devo raccogliere il gruppo, in queste condizioni non so cosa andiamo a fare i playoff. Con Bucaro o con un altro dobbiamo svoltare a livello mentale, può venire anche Guardiola".
Dopo aver intervistato, non ufficialmente, (nel senso che le loro dichiarazioni sono per me, per farmi capire meglio la situazione ma che non posso riportare come dichiarazioni virgolettate), alcuni personaggi legati alla Pescara calcio, mi sono fatto una idea della situazione reale della Pescara calcio.
Cominciamo con il dire che nel nuovo bilancio della Delfino Pescara 1936 Spa, cioè quello 2023 (disponibile presso la Camera di Commercio), alla data del 30 giugno 2023 i debiti sono scesi a €20,6 milioni.
Una cifra importante e pesante.
E per prima cosa sorgono spontanee le domande:
Come ha fatto il presidente Sebastiani ad appesantire la società di tale passivo dopo aver per dieci anni venduto decine di giocatori per milioni e aver movimentato decine e decine di contratti che hanno reso fior di quattrini?
Che fine hanno fatto i tanti ricavi e come sarebbero stati impiegati nella gestione della società biancazzurra?
Pensare che ci sia materia di interesse per la Finanza è cosa ovvia e di semplice evidenza.
Ho chiesto lumi ad un Ufficiale della GdF che mi ha detto che, se non c’è una denuncia firmata relativa ad eventuali sottrazioni da parte del presidente, la Guardia di Finanza non ha modo di intervenire.
Alcuni ingenui sostenitori di Sebastiani dicono che, comunque, il presidente ha garantito le iscrizioni ai vari campionati, cose se questa fosse un’azione di merito e non la normale prassi di chi opera come dirigente di una società di calcio.
Gli stessi, inoltre, dicono che quelli che criticano il presidente dovrebbero mettere i soldi e rilevare la società e che senza di lui il calcio finirebbe a Pescara e fanno finta di non capire che nessuno può essere così scemo da dare a Sebastiani milioni di euro per prendere una società ridotta ai minimi termini dalla sua colpevole gestione quando potrebbe prendere la stessa, in Tribunale, dove fatalmente arriverà Sebastiani, se continua a non cacciare parte dei soldi che hanno formato il suo personale tesoretto.
Oggi Sebastiani cerca un allenatore e offre due mesi di contratto con possibilità di conferma in caso di promozione in B.
Una boutade che la dice lunga sul modo di gestire le cose ufficiali dal Ferguson collinare che parla, non da dirigente sportivo appassionato di calcio, ma da mercante con i peli sullo stomaco.
Deve mettere sul piatto della bilancia i soldi che sono del Delfino Pescara 1036 SpA.
Senza soldi non si fa nulla, in questo mondo, e la mancanza di finanziamenti rende vano qualsiasi progetto.
Per colpa sua il Pescara e i pescaresi stanno soffrendo e vivendo momenti di dolore.
Ogni tipo di perdita può essere motivo di dolore, dalla perdita delle persone care, di lavoro, di stima, fino alla perdita al gioco. Ne derivano effetti spiacevoli sulla salute mentale e fisica e anche sulle relazioni sociali e affettive.
Il senso di sicurezza personale viene intaccato, determinando alterazioni emotive e stress psico-fisico, con conseguenze a livello socio-affettivo. Non si sa cosa fare, come comportarsi e subentra il timore di perdita di controllo, di status sociale, di autostima, di riconoscimento, di capacità di programmazione.
Diversi studi hanno dimostrato che dalla perdita deriva un’elevata incidenza di depressione e ansia. Ne conseguono possibili disagi familiari o comportamenti poco salutari per la persona
Ne derivano atteggiamenti anche border line e pericolosi.
Ci si fa guidare da uno stato mentale di vendetta che spinge a voler tornare in possesso di quanto perso al più presto, modificando la precedente strategia definita a “mente fredda” che prevede un giusto utile con l’investimento nel medio-lungo termine.
Sebastiani ha guadagnato molto in questi dieci anni tanto da diventare creditore privilegiato per qualche milione di euro nei confronti della società.
Nel suo comportamento si evince uno stato di euforia e di ebrezza per la disponibilità personale che lo porta anche ad un non riconoscimento dei suoi errori.
In questa situazione di delusione, di dolore e di rimpianti, c’è da considerare uno stato di ruminazione che è uno stile di pensiero ricorrente, ripetitivo e negativo riferito a eventi negativi di vita e ai propri disagi emotivi.
La ruminazione può anche deteriorare le relazioni sociali di chi subisce una perdita.
E si spiegano, così, certi atteggiamenti dei tifosi che, altrimenti, sarebbero esagerati. Come, per esempio, appendere dei fantocci allo stadio o esporre striscioni in varie parti della città.
La situazione, per ora, è sotto controllo.
Per risolverla ci vorrebbe solo un poco di buon senso: riconoscere i propri errori; chiamare un tecnico gradito dalla piazza e pagarlo con un contratto appetibile; stimolare i giocatori (anche se sono regolarmente pagati) con un premio promozione. Garantire ai tifosi la messa in circolazione di una somma ben precisa con la quale impostare la prossima stagione calcistica in modo da mettere in evidenza la decisa volontà di rimediare al mal fatto.