Per tutto il campionato (38 partite) e per il primo turno dei play off non abbiamo fatto altro che parlare, giustamente, di tattiche e di strategie, ma ora è il momento di far parlare il cuore.

In queste poche partite che contano e che potrebbero far accadere un miracolo in cui è difficile credere ma che non possiamo negare tout court, la squadra deve avere spirito di iniziativa, deve essere intraprendente e votato al sacrificio, in una parola deve dare spazio al cuore.

La nostra mente è la nostra più grande risorsa, ci sono confini che non esploriamo, potenzialità inespresse.

Usiamola bene e sarà la nostra più preziosa alleata, usiamola male e ne finiremo inghiottiti.
Pensare troppo non serve, lei è diabolica. Si chiama ragione ma non per forza con accezione positiva. Ci sabota, ci mette alla prova, ci inganna, ci offre anche la soluzione giusta ma come riconoscerla in mezzo a questo labirinto?

Poi c’è l’istinto che ci porta a commettere tante sciocchezze.

Sbattiamo, cadiamo, ci rialziamo, a volte azzecchiamo la strada giusta, sicuramente ci risparmiamo le ore passate dentro la nostra mente a rimuginare sul da farsi. Si chiamano decisioni di pancia, c’è chi le ha sempre adottate e si è sempre trovato bene nella vita.

Poi c’è “Sua Maestà Cuore“, un organo da maneggiare con ancora più cura perché nobile, non possiamo proprio permetterci di maltrattarlo, indica spesso la strada giusta, ci mette a contatto con la nostra vera natura, con la nostra umanità.
Se ogni pedina dello scacchiere biancazzurro riuscisse a giocare senza i freni della paura

ma con la massima sollecitazione che viene dal cuore, qualcosa di buono si potrebbe fare.

E’ necessario trasformarsi da giocatori che pensano di non farcela - e per questo falliscono – ad atleti capaci di reagire alle avversità e alla sfide in modo positivo.

In queste vigilie importanti siamo tormentati dal dilemma se seguire il cuore o il cervello di fronte ad importanti scelte di vita.
Spesso il cuore e cervello capita che non operino sempre in armonia ma interagiscano dinamicamente influenzando e talvolta dominando il processo decisionale.
E’ necessario trovare il giusto equilibrio tra l’ascoltare il cuore o seguire gli insegnamenti di Coverciano che consenta decisioni più complete e soddisfacenti, che rispecchiano sia le esigenze emotive sia quelle razionali.
Le persone tendono a evitare l’esplorazione e il cambiamento, preferendo la sicurezza delle abitudini e delle routine.  

In questi momenti diventa di fondamentale importanza aprire la mente alle emozioni e adottare un modo di pensare alternativo che possa esplorare nuove possibilità e offrire prospettive diverse. La creatività e la rottura degli schemi mentali convenzionali possono portare a risultati meno certi ma potenzialmente più promettenti.
Le ricerche indicano che nel processo di elaborazione emotiva esiste un momento in cui il cuore assume un ruolo predominante. In questo momento un significativo flusso di informazioni parte dal cuore e viaggia verso il cervello. Questo flusso ascendente di informazioni dal cuore al cervello è fondamentale nell’orientare e modulare l’esperienza emotiva complessa dell’individuo.
In sintesi, il legame tra cuore e cervello è dinamico e bidirezionale, con il cuore che non solo risponde agli input cerebrali ma, a sua volta, influenza attivamente l’attività cerebrale, soprattutto nel contesto delle emozioni. Questa comprensione più profonda della relazione tra cuore e cervello apre nuove prospettive sul modo in cui viviamo e interpretiamo le nostre esperienze emotive. Tali scoperte sottolineano l’importanza dell’integrazione tra i sistemi fisiologici e psicologici nel corpo umano.

Cuore e cervello possono sembrare in conflitto ma imparando ad ascoltare entrambi, si può sviluppare una maggiore consapevolezza di sé. Questo approccio consente di prendersi cura del proprio benessere in modo più completo soddisfacendo le proprie esigenze sia a livello razionale sia emotivo. La chiave sta nel trovare un punto di equilibrio dove cuore e cervello possano coesistere in armonia fornendo una guida bilanciata per la vita.

Cascione è un allenatore giovane e potrebbe avere anche lui delle paure condizionanti in negativo, ma deve avere il coraggio di osare e di far decidere al cuore piuttosto che ai tatticismi imparati a Coverciano.

Il maestro Zeman ha insegnato che spesso la improvvisazione (ricordate gli otto giocatori in fila sulla linea di centrocampo al momento dell’inizio del gioco?) mette in imbarazzo gli avversari, anche quelli più forti.

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