L’impresa calcistica può essere funzionalmente definita come un sistema destinato alla
produzione di beni e servizi per la collettività, in cui le risorse disponibili devono essere
combinate in modo efficiente per il raggiungimento degli obiettivi prefissati che, in genere, nelle società calcistiche sono il miglioramento della categoria in cui si milita e il rafforzamento del parco giocatori.

Molti presidenti hanno scoperto da pochi anni il giochino delle plusvalenze che è da condannare perché in buona sostanza si parla di uno strumento per falsificare i bilanci senza essere scoperti.

Le plusvalenze reali, invece, cioè quelle relative al parco giocatori venduti ad un prezzo superiore a quello d’acquisto, pur essendo perfettamente leciti e legali, non sono una fonte di ricavo certa e duratura nel tempo; è molto rischioso basare la propria strategia di business su entrate di questa
natura. È altrettanto rischioso privarsi dei migliori giocatori in rosa poiché diventa sempre
più complicato raggiungere risultati sportivi di successo riducendo così i ricavi connessi
al risultato stesso.

Una squadra sportiva può essere definita come un “piccolo gruppo orientato al compito e alla prestazione, i cui membri sono interdipendenti, vogliono raggiungere un fine condiviso e sviluppano un’identità collettiva” esiste chiaramente una divisione di compiti (distribuzione di ruoli) e di potere (gerarchia di status). La squadra ovviamente non nasce tale: costruisce e rinnova il proprio essere ed il proprio modo di agire nel tempo.

All’interno di un contesto prestativo, un efficace funzionamento dei processi di gruppo (in primis la leadership, la coesione e la comunicazione) è fondamentale per il raggiungimento del miglior risultato possibile e consente di fare emergere le potenzialità collettive.

Il grado con cui una squadra lavora bene insieme dipende chiaramente da diversi fattori, in particolare le qualità dei membri e la loro reciproca attrazione, la natura del compito, quanto i membri vogliono realizzare il proprio obiettivo principale e la fase in cui si trova il team.

Le caratteristiche di un buon team sono:

1. Affidabilità: I membri del team rispettano le scadenze e le aspettative.
2. Struttura solida e chiarezza: I team con le migliori prestazioni sono quelli che hanno più chiari i loro obiettivi e quelli in cui ogni membro ha un ruolo ben definito.
3. Importanza del lavoro: Il lavoro ha un valore specifico per ciascun membro del gruppo.
4. Impatto sugli obiettivi aziendali: Il gruppo considera il proprio lavoro rilevante e crede che abbia un impatto positivo sugli obiettivi dell’azienda.
5. Sicurezza psicologica: È l’elemento più importante. I membri del team non hanno paura di esprimere le loro opinioni o prendersi qualche rischio. Non si sentono giudicati, ma liberi di esporsi, fare domande e avere iniziative.

Quando parliamo di produttività di gruppo, occorre comunque fare una premessa e distinguere la “produttività potenziale” cioè quella che il presidente considera dopo il mercato, dalla “produttività effettiva”, cioè quella che dà il campo con i risultati conseguiti, riconoscendo che quasi mai esse coincidono. Ci sono, infatti, quasi sempre, delle perdite di processo.  

Il lavoro principale sta nel minimizzare le perdite di processo e massimizzare così le risorse presenti. Un aiuto in questa direzione è la focalizzazione sugli obiettivi e la responsabilizzazione di tutti i membri coinvolti: ciascuno è e sarà significativo per il raggiungimento dello scopo della squadra.

Se anche solo alcune di queste prestazioni appartengono a un team, è verosimile che quella squadra possa ambire a raggiungere i suoi obiettivi mettendoci impegno e volontà, allo stesso modo, se un team sa di essere carente in più di una di queste caratteristiche evidenziate, l’impatto della squadra potrebbe essere negativo in tutte le prestazioni.

Per concludere: Sebastiani dice di aver fatto uno squadrone capace di giocarsi il campionato “di tacco”; il suo allenatore Auteri conferma; il campo dice altro.

Quindi, prima che la frittata sia fatta, studiate i rimedi da usare per far sì che il team dia i risultati secondo la produttività potenziale, se essa è valida davvero, altrimenti, a gennaio, si arricchiscano i termini di questa produttività.

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