Il professionismo è il gradino finale di anni di sogni, di sudate, di infangate su campi impresentabili. Tutti partono da spogliatoi freddi, con cinque minuti di acqua calda intermittente... Poi arriva la chance. Il provino. La grande squadra. Poi accade che tante giovani promesse si perdano per strada. Ho fatto questa mia riflessione perché, mentre riguardavo alcuni appunti presi sul Pescara di cui scrivo e aggiorno la Storia, mi è capitato sotto gli occhi il nome di Davide Vitturini. Un ragazzo talentuoso, serio, ottimo studente universitario, che ho visto giocare in Serie A nella stagione 2016-2017 nel suo ruolo di terzino o di difensore esterno, come si dice oggi, e che ha segnato presenze nelle nazionali Under16, Under17, Under18, Under19, Under20. Un ragazzo che, pensavo, avrebbe calcato con sicurezza, per anni, i campi della Serie Maggiore e che invece si è perso, come tanti altri, nei meandri dei campionati minori. Ora è in Serie C alle dipendenze del Teramo.
Come mai tanti giocatori si perdono per strada pur avendo i valori tecnici idonei per giocare nei campionati maggiori?

Molto dipende, dicono, dalla Fortuna.

Il grande problema del calcio attuale sono osservatori che non riescono ad individuare i talenti. Non basta una partita per capire quali sono le doti di un calciatore. Troppi fattori ne influiscono le prestazioni, si deve seguire un prospetto nella crescita individuale e nel suo possibile inserimento nel contesto di gruppo.

Ambientamento. Molti giovani talenti non vengono notati dalle società professionistiche di casa e mandati in contesti lontani da casa dove non si adattano e ritornano mestamente a casa dopo pochi mesi di allenamenti.  

Extra-Calcio. La maggior libertà concessa in quanto sei maggiorenne ti fa diventare l’autentico ago della bilancia della tua carriera. Quello che ti rovina sono soprattutto le serate, magari con amici che non fanno il tuo stesso tipo di vita, il calciatore, quindi basta poco per rovinare una carriera. Soprattutto giocare nel Pescara in A, penso, dia molte tentazioni esterne. Auto di lusso, possibilità economiche importanti per l’età. Soprattutto la notorietà è un’arma a doppio taglio. Persone sbagliate, che ti promettono ragazze e serate in discoteca da vip, ma sfruttano solamente il tuo nome.

Con l’esperienza maturata in cinquant’anni di giornalismo posso dire che prestiti, panchine e carriere si perdono nel tortuoso giro della provincia. Così il calcio brucia la sua migliore gioventù calcistica. La colpa non è l’effetto di una selezione fisiologica, ma del prodotto di un sistema che non ha previsto una fase cuscinetto tra il calcio minore e quello maggiore.

Presidenti come Sebastiani, assatanati di soldi e poco innamorati del calcio come fatto tecnico e che vedono solo le motivazioni di mercato, non fanno altro che correre contro il tempo per piazzare prestiti e stringere accordi che consentano di monetizzare subito. I prestiti sono la rovina dei giovani che non sono lasciati crescere tecnicamente all’interno del proprio sodalizio e per il fatto di essere dei prestiti non giocano con continuità perché le società non ci stanno tutte a dare valore ad un giocatore di un altro club.

Pescara in questi ultimi anni ha avuto a disposizione molti talenti nella sua Primavera ma li ha subito “sparpagliati” in giro per la penisola con il solo intento di fare un po’ di soldi subito.

Poi, per la famigerata operazione plusvalenze e per gli altrettanti famigerati intrecci di ingegneria finanzia legati alle plusvalenze fittizie (badate bene non quelle legali) di cui Sebastiani è diventato maestro, i giocatori di talento non riescono a crescere nei giusti e corretti modi e le loro carriere si bruciano mentre prosperano i conti bancari dei dirigenti con il pelo sullo stomaco.

Intanto il Pescara ha esordito in Coppa Italia, ha battuto per 2-0 l’Olbia, il primo gol glielo ha segnato il “partente” Galano e in formazione vedo solo qualche giovane del vivaio pescarese, gli altri sono stati spediti in prestito.

Ha detto l’allenatore Auteri: "Dobbiamo migliorare in tanti aspetti, alcuni giocatori scesi in campo si portavano dietro qualche problema. Sono moderatamente soddisfatto, ma ovviamente dobbiamo alzare i livelli, individuali e di squadra. Galano e Busellato fanno parte del nostro contesto, hanno espresso altri desideri ma nell'ultimo periodo si sono messi in discussione. Sono due giocatori importanti.

Pescara è una grande piazza, è normale che dopo due anni così ci sia pessimismo. Mercato? Abbiamo fatto un buon lavoro, ci sono ragazzi di qualità, compresi quelli del settore giovanile. Manca ancora qualcosina, ma la società sicuramente non si tirerà indietro".

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