In apertura di stagione, tutti a fare proclami, dal presidente mercante che si dava un ottimo voto per le operazioni fatte nel mercato estivo e ribadite, poi, in quello invernale. Delli Carri completava il quadro dicendo che avevano fatto una squadra competitiva e idonea per riportare i biancazzurri in Serie B, lo stesso Zeman (e questa cosa mi sorprese non poco) avallò gli acquisti. I giornalisti specializzati, da Rete8 al Il Centro, dal Messaggero a tutte le altre televisioni private e i notabili della lobby degli opinionisti (oggi sono tanti e tutti portatori di personali verità e pensare che trent’anni or sono fui io a creare i primi “mostri” di questa categoria con Tele9, e non me ne pentirò mai abbastanza, fatte alcune debite eccezioni) tutti ad esaltare i vari movimenti di mercato: ogni arrivo era sparato come un grande colpo di mercato...
I risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti.
Stiamo balbettando un calcio che non piace a nessuno e che ci sta condannando alla mediocrità di una Serie C che non può e non deve essere accettata per il Pescara, e faremo in condizioni di inferiorità un finale playoff che sono San Gabriele, e tutti i santi disponibili messi insieme, potranno farci vincere.
A sentire i commenti di questi personaggi sopra citati, nessun o ha sbagliato, tutti sono stati bravi e intanto la classifica langue.
Tutti commettiamo errori e lo facciamo con regolarità. Alcuni errori sono piccoli, altri errori sono più grandi. Altri errori sono più cruciali altri sono fatti in buona fede e qualche altro lo ha fatto per speculare sulla pelle e sull’entusiasmo dei tifosi.
A nessuno piace sbagliare.
E’ una spiacevole esperienza emotiva per tutti noi.
Alcuni di noi ammettono che hanno sbagliato.
Alcuni di noi implicitamente ammettono che hanno sbagliato ma non lo fanno in modo esplicito e soddisfacente per chi deve subire i loro errori.
Ma alcune persone si rifiutano di avere torto, anche di fronte a prove schiaccianti.
Che dire quando una persona respinge i fatti, quando semplicemente non può ammettere di aver sbagliato in qualsiasi circostanza? Che cosa nella loro personalità rende impossibile ammettere che hanno torto anche quando è ovvio ? E perchè questo accade così ripetutamente? Perché non ammettono mai di aver sbagliato?
La risposta potrebbe essere legata al loro ego. Alcune persone hanno un ego così fragile, una così fragile autostima, una costituzione “psicologica” così debole che, ammettere di aver commesso un errore, o di avere torto, è fondamentalmente troppo minaccioso per il loro ego da tollerare.
Accettando che si erano sbagliati, assorbire quella realtà sarebbe stato psicologicamente sconvolgente, quindi subentrano i meccanismi di difesa o di coerenza interna che fanno un grosso lavoro per distorcere la loro percezione di realtà così da renderla meno minacciosa. I loro meccanismi di difesa cambiano i fatti nella loro mente così da non renderli più insopportabili e affinché non si sentano colpevoli o sbagliati.
Le persone che esibiscono ripetutamente questo tipo di comportamento, sono per definizione psicologicamente fragili.
Tuttavia questa definizione è spesso difficile da accettare per le persone perché al mondo esterno sembra sempre come se stessero sempre in piedi e che non si tirino indietro, cose che associamo alla forza.
Ma la rigidità psicologica non è un segno di forza, è un’indicazione di debolezza. Queste persone non scelgono di mantenere la loro posizione; sono costretti a farlo per proteggere i loro ego fragili. Ammettere di aver torto è sgradevole per qualsiasi ego. Ci vuole una certa dose di forza emotiva e coraggio per affrontare questa realtà ed acquisire i nostri errori. La maggior parte di noi crolla un po’ quando dobbiamo ammettere che ci siamo sbagliati, ma ce la caviamo.
Ma quando le persone sono costituzionalmente incapaci di ammettere di avere torto, quando non riescono a tollerare la nozione stessa di essere capaci di errori, è perché soffrono di un ego così fragile, che non possono imbrogliarlo e superarlo, hanno bisogno di deformare la loro stessa percezione della realtà e sfidare fatti ovvi per difendere il loro non essere in errore, in primo luogo.
Quanto guadagnerebbero in stima e rispetto se avessero il coraggio di ammettere i loro errori e di cominciare ad operare in modo da correggerli .
Ma sono talmente “ciucci e presuntuosi” da non riconoscere i loro errori e, se la barca va alla deriva, la colpa è solo della sfortuna e del vento contrario.