Sebastiani: "Venti giorni fa in assemblea abbiamo deliberato con voto unanime la ferma intenzione di ripartire. Tornare in campo, certo, ma non allo sbaraglio. Servono regole, tempi e indicazioni ben precise sotto l’aspetto medico, tecnico ed organizzativo. Ecco perché abbiamo suggerito di voler finire il campionato entro 90 giorni dalla ripresa degli allenamenti. Se la serie B non dovesse ripartire, tra diritti TV, incassi, sponsor e tanto altro il danno sarebbe di circa 200 milioni di euro. Un danno notevole anche per la prossima stagione"

"È evidente che c'è la volontà da parte di tutti di ricominciare a giocare. Siamo disposti a sopportare come società anche ulteriori sacrifici economici per far ripartire il torneo, per far si che i risultati arrivino dal campo e sul campo, ma per la serie B non è però assolutamente facile perché parliamo di un protocollo stringente e che richiede molti sacrifici da tutti i punti di vista. Si sta valutando poi se eventuali positivi dovranno andare in quarantena da soli o no. Ma poi dobbiamo augurarci che nel momento che ricominciano gli allenamenti collettivi non ci siano positivi perché poi a quel punto, sarebbe veramente un disastro".

"Rispetto ad altri club il Pescara è una piccola società e i danni causati da una mancata ripresa del campionato sarebbero minori in proporzione. Detto questo la nostra società accumulerebbe circa 5 milioni di euro di danni che solo con cinque anni di sana gestione sarebbe possibile recuperare".

Pescara iscritto al prossimo campionato di B? Ecco la risposta: "Sì anche in caso di mancata ripresa di questa stagione".

Sulle gare a porte chiuse, poi, il numero uno abruzzese ha dichiarato: "Non mi piacciono, il calcio è fantastico per la passione che i tifosi ti trasmettono. L'ultima gara che abbiamo giocato contro il Benevento è stata noiosa, sembrava di assistere ad un allenamento."

Spazio infine alle domande sul futuro di Nicola Legrottaglie sulla panchina dello stadio Adriatico: "Non ho detto che cambierò Legrottaglie per un altro. Mi è stata fatta una domanda precisa e ho risposto che mi piacerebbe avere un allenatore giovane, non mi sembra che Legrottaglie non lo sia".

B a 40? A me piacerebbe tanto sia perché il calcio e la Serie C hanno bisogno di una riforma radicale sia perché eviterebbe tantissimi ricorsi oltre a risolvere in gran parte i problemi di sostenibilità per le serie minori.”

Chi ha la sventura di seguire le sue evoluzioni dialettiche per motivi di lavoro, sa bene che è un “bugiardo patologico” cambia versione dei fatti ad ogni piè sospinto. Non avendo, forse, lunga memoria, o pensando che gli altri non ce l’abbiano, dice e contraddice con una faccia tosta che ha dell’inverosimile. Basta leggere queste sue dichiarazioni e collazionarle con le altre del recente passato per definirlo bugiardo.

Il bugiardo patologico è una persona che non può fare a meno della menzogna per vivere. È così concentrato ad evitare che gli altri lo conoscano esattamente per quello che è, che passa il suo tempo a costruire una rete di bugie per dare un'immagine immacolata di sé.

Molte persone che appartengono a questa categoria, possono sembrare sicure di sé e con una grande autostima.

In realtà, il bugiardo non è contento di com'è, vorrebbe essere diverso e non è soddisfatto della vita che ha. Per questo, indossa una maschera ed è spesso sfuggente.

Non accetterà mai di essere scoperto e, se ciò dovesse accadere, cambierà mille volte versione dei fatti e agirà anche in modo imprevedibile pur di confermare a se stesso e agli altri che è esattamente il tipo di persona che ha sempre fatto credere di essere.

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