Ho visto i giocatori sotto la Curva Nord ricevere gli “oltraggi” dei tifosi imbestialiti per la terza sconfitta consecutiva, due delle quali contro Francavilla e Taranto, come dire due delle squadre di terza fascia.

Li ho visti lasciare il campo a testa bassa come agnelli pronti al sacrificio sull’altare dell’arroganza di Sebastiani.

Ancora una volta ha fatto una squadra con prestiti e con “cambiali” da pagare sotto forma di presenze garantite per assicurarsi il premio che intascherà personalmente.

Ancora una volta, aiutato da un inizio di calendario favorevole, e da una stampa che non studia le partite, non esamina le situazioni create sul campo, non analizza le varie prestazioni, ma si presta solo al gioco dei fumogeni lanciati per coprire le lacune manageriali, e pronti ad esaltare ogni peto lanciato dal padrone, si è beato della sua capacità di fare mercato.

Inserito in un Girone che non è certamente migliore degli altri due, ha assemblato una squadra, sostenuto da Delli Carri, di prestiti e di giocatori che, tolte alcune eccezioni, Mora, per esempio, hanno poco da dire in un discorso valido per la promozione diretta e che sono stati “sopravalutati” da una stampa colpevole perché non aiuta a capire le realtà del campionato ma rimane prona ad ascoltare le omelie del “conductor” (meglio tradotto come capostazione di Alanno a cui tutto è permesso).

Ora i colpevoli sono i giocatori (che colpa hanno se sono stati presi per dare il meglio di se stessi e questo “Meglio” non basta?), e il mister Colombo che, dopo essere stato osannato come un fine operatore delle tematiche calcistiche, ora viene considerato una sorta di “impiegato” gestito dal capostazione biancazzurro.

Tutti agnelli pronti al sacrificio e non siamo a Pasqua ma a Natale che è simbolo di rinascita, rinnovamento e quindi cambiamento, ma anche di speranza e fiducia, fiducia che attraverso le “oscurità” della vita rafforzi la conoscenza e consapevolezza delle proprie risorse.

Abbiamo fede nel Natale e nei suoi valori, ma non possiamo avere fede nel Ferguson collinare che continua imperterrito, sulla falsariga del non rispetto nei confronti dei tifosi e della città, ad agire secondo i suoi interessi personali.

Lui, a suo dire, ha il suo lavoro (?) e del calcio non gliene frega niente.

Lo raccontasse ai suoi genuflessi lecchini la notte di Natale, ai tifosi biancazzurri abbia il coraggio di dire come stanno le cose: ha capito che il calcio poteva essere una fonte notevole di guadagni sfruttando il mercato e le varie operazioni finanziarie che altri gli hanno insegnato e che lui ha messo a profitto.

I suoi insegnanti, ora, stanno subendo controlli e probabili punizioni, ed è probabile che a presto tocchi anche a lui rispondere anche se si sente forte per degli appoggi che lo hanno sostenuto finora.

Ma si sa che spesso i mentori, quando sentono odore di bruciato o tintinnii metallici, si fanno da parte e negano ogni connivenza.  

Ormai è certo che il Pescara farà i play off in posizione di classifica discreta.

Si operi a gennaio per dare le forze necessarie a questo gruppo affinché possa lottare con probabilità di successo per la promozione in B, altrimenti i tifosi si abituino all’idea di dover fare un altro anno in Serie C, a meno che il mitico amico Gravina, non faccia il miracolo di riorganizzare i tornei e di dare al Pescara ciò che non riesce a guadagnarsi sul campo.

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