E’ indubbio che tutti i tifosi hanno un cuore. Quelli biancazzurri lo hanno più grande di tutti. Dopo aver vissuto le stagioni con Gianni Galeone e Zeman del 2011-2012, il loro cuore sembrava in estasi per poi subire delle cocenti delusioni che li hanno visti scendere dalla Serie A in Serie C, ora il loro cuore ha cominciato a palpitare di nuovo e ad andare in fibrillazione.

Il cuore è un organo del corpo umano di importanza vitale. Esso rifornisce di sangue e di ossigeno tutti i distretti corporei tramite il raffinato apparato cardiovascolare e determina lo scandire della nostra esistenza attraverso il suo ritmo.  
Il battito cardiaco è la manifestazione più evidente della forza vitale nell’organismo umano. Malgrado le connotazioni individuali, esso è di carattere universale poiché rappresenta il ritmo della vita.  

Se non vi fosse il ritmo non vi sarebbe la vita: tutto ciò che è vivo e vitale si esprime con funzioni ritmiche e, in altre parole, si può dire che la presenza del ritmo caratterizza non solo l’esistenza degli esseri viventi, ma bensì tutto ciò che appare nel macrocosmo Universo.   

Che il battito del cuore rappresenta il ritmo della vita lo si nota soprattutto nel momento in cui si rompe la sua consueta armonia, per esempio quando si mette a “correre” all’impazzata o a “perdere colpi” a causa di emozioni improvvise, come dopo il pareggio di Catanzaro o la vittoria piena sulla Virtus Francavilla.

Quindi si potrebbe parafrasare dicendo che i tifosi biancazzurri sono in sofferenza e che questa può essere eliminata solo dando il giusto ritmo alle prestazioni della squadra: non più risultati altalenanti ma una continuità positiva che porti a giocare i play off a ritmi zemaniani.

Ce la faranno i calciatori del Pescara a seguire in queste settimane il Mister Maestro (non professore come “erroneamente” avevo scritto nei giorni passati) di calcio?  

Tutto il problema verte su questa domanda.

Zeman impone allenamenti duri che portano gli atleti, però, a migliorare di molto il loro rendimento.

Un vero e proprio regime militare quello imposto da Zeman che però con il tempo dà sempre i suoi frutti. E la corsa è alla base del lavoro del boemo che, spesso, fa usare agli atleti dei pesi con il risultato che quando corrono in partita, liberi dai pesi, hanno l’impressione di volare.

Un must dell’allenamento di Zeman sono sicuramente le ripetute in salita con il risultato che gli altri possono finire la benzina, gli uomini di Zeman no.

Un altro aspetto peculiare dell’allenamento secondo il metodo Zeman, è quello dei gradoni che fanno sorridere i superficiali della conoscenza della preparazione fisica ma che poi si è rivelato di grande aiuto per lo sviluppo della forza muscolare. I gradoni sono praticamente le tribune degli stadi, e mister Zeman effettua allenamento di corsa sui gradoni e soprattutto balzi a piedi uniti per almeno 5-6 gradoni di seguito. In questo modo si svilupperà sia la muscolatura di spinta e sia quella di richiamo.  

Tutti gli esercizi del metodo Zeman valgono poco se non abbinati con una dieta corretta. Quindi, esclusi dalla dieta i carboidrati come pasta o pane  a vantaggio di verdure bollite, frutta e proteine.   Alla dieta si uniscono anche altre abitudini come la sveglia alle 7 in punto di mattina e colazione da consumare entro le 7.30 e poi via di corsa, nel vero senso della parola.

Per la colazione yogurt, succhi di frutta e marmellata, vietata però la crostata ed altri tipi di dolce. Vietato il caffè, ma non del tutto, infatti il mister permette un caffè al giorno ai suoi ragazzi.

A pranzo invece l’unica bevanda consentita è l’acqua, vino e birra assolutamente proibiti. Per cena va bene anche concedersi del pollo unito a integratori salini.

Dice Zeman: Alcuni giocatori si lamentano che li faccio correre troppo? A Pescara vivo sul lungomare, e ogni mattina alle sei vedo un sacco di persone che corrono.

E non li paga nessuno.
 

   

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