All’Ekk Hotel di Città Sant’Angelo la prima conferenza stampa di Andrea Sottil da allenatore del Pescara. Di fatto è stata la presentazione ufficiale del tecnico piemontese, ma anche l’appuntamento pregara abituale.

Domani sera alle 21, infatti, all’Adriatico arriverà il Perugia di Serse Cosmi per uno scontro diretto di fondamentale importanza.

Il DS del Pescara Giorgio Repetto (noi lo definiamo DS o DG ma ha tenuto a precisare di non sapere nemmeno lui con quale qualifica è nell’organico e si considera, giustamente, un tecnico) traccia la rotta per arrivare a destinazione il prossimo primo agosto.

Tre settimane per giocare le ultime sei partite della stagione, con Sottil in panchina, e mettere al sicuro il posto del Delfino nella serie B prossima. Il tecnico, bandiera del calcio biancazzurro, ha fatto gli onori di casa al Poggio al nuovo allenatore e ha detto: “Sottil è un professionista del calcio, uno che fa questo mestiere da sempre. Il primo giorno ha voluto parlare con i giocatori prima di scendere in campo. Non lo conoscevo personalmente, avevamo parlato solo al telefono un po’ di tempo fa. Non ci avevo mai parlato nemmeno quando il figlio era con noi. Ha centinaia di partite di A in carriera, il calcio lo conosce.”  

Alla domanda se l’imperativo è battere il Perugia, con la sua solita sottile ironia, ha precisato: “Bisogna fare di tutto per vincere ma niente per perdere.”

Sull’allenatore avversario ha detto che Cosmi è un amico. “Abbiamo una visione simile della vita. Buon allenatore. Entrambi, forse, siamo un po’ stagionati.”

Come dire, in parole spicce, che nessuno deve essere ipocrita e confessare che tutti abbiamo paura di perdere.  

D’altronde, “vincere non è tutto, è l’unica cosa che conta”.

Questa è la grande convinzione nel calcio italiano grazie alla quale gli Allenatori ritengono che perdere equivalga a “fallire”: un dramma da evitare a qualsiasi costo. I giocatori vengono venduti e comprati, gli Allenatori esonerati tramite un sms, gli Atleti costretti a rimanere in panchina o esclusi da una gara semplicemente a causa di un errore, di un risultato mediocre, di un traguardo mancato, di una sconfitta.

Sono pronti i biancazzurri ad affrontare la nuova sfida? Hanno la necessaria serenità per valutare le situazioni? Se perdiamo, cosa accade? Lo status creato con fatica e in parte consolidato sarà messo in discussione? Quanti Allenatori stimati, competenti (e vincenti) sono stati cacciati per aver perso tre partite consecutive? “Toccherà anche a me?”
Gestire le pressioni allora diventa intollerabile, ci irrigidiamo nelle posizioni che crediamo ancora vincenti, non diamo peso alle novità, non abbiamo il coraggio di percorrere una nuova strada perché riteniamo di non avere il tempo per sperimentare.

Anche le persone e gli Atleti di successo, i cosiddetti “vincenti” hanno “paura di perdere”. Salvo mettere in campo, soprattutto nei momenti topici, una forza, un’incoscienza, un coraggio da leoni che si traduce in performance e risultati eccezionali.

Quindi, mentre il presidente ha venduto Bettella al Monza, mentre il Ferguson dei colli continua a fare i suoi affari, la squadra deve lottare per fare sette punti in sei partite. Considerando che tra queste ci sono il Livorno e il Chievo ed un Perugia acciaccato e ridimensionato da squalifiche ed infortuni, la salvezza non dovrebbe essere una impresa, ma una normale amministrazione…

Sempre che i biancazzurri non si facciano prendere dalla paura.

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