Vivendo, da anni, nel mondo della comunicazione, mi sono sempre più convinto che ognuno di noi ha un “doppio” publico fatto da chi è con noi e chi contro.
L’importante è conoscere le percentuali di chi è favorevole e chi no per controllare le nostre posizioni in un contesto sociale.
Parlando di calcio tutti pensano di avere ragione e chi non la pensano nello stesso modo nostro è uno che “non capisce niente”.
Poco male se si tratta di me o di un altro cronista, perché siamo abituati a questa doppia dimensione del rapporto con i tifosi.
Un rapporto che cambia costantemente e, quindi, alla fine non ci fai più conto. Non ti esalti se dicono che sei bravo e non ti abbatti se dicono il contrario.
A volte, invece, mi sorprendono certi atteggiamenti quando si parla di un grosso personaggio o di chi personalizza un ruolo di potere.
Mi sono soffermato a fare queste riflessioni pensando a Zeman e a Sebastiani.
Zeman è arrivato a Pescara per togliere le “castagne dal fuoco” a Sebastiani (come già accaduto) e per dare una sterzata ai suoi rapporti con il pubblico che lo sta fortemente contestando da mesi.
Quale miglior parafulmine di un personaggio carismatico?
E, invece, è bastata la sconfitta di Messina per far dire a voce dura che Zeman è vecchio, superato, che con i suoi gradoni ha fatto il suo tempo e cose di questo genere.
Poi è arrivata la vittoria contro la Turris, rotonda e netta, e si sono lanciati nella controffensiva dialettica i sostenitori di Zeman che hanno detto che, finalmente, si comincia a intravvedere il gioco zemaniano e che la colpa della società è quella di non averlo chiamato prima alla guida del delfino e hanno ribattuto ai denigratori (in minoranza, per la verità, se guardiamo le percentuali), che all’esterno ci invidiano la presenza di questo Maestro di calcio definito dall’allenatore del Gelbison un maestro e ha voluto che gli firmasse il suo recente libro, e dall’allenatore della Turris un “santo” per tutto il bene che ha fatto, con la sua filosofia di vita, per il calcio nazionale.
Da parte sua Sebastiani ha un pubblico, in maggioranza contrario, che lo accusa di pensare più ai suoi guadagni personali che non alle fortune della società, e con una serie di striscioni, gli ha addebitato il fatto che abbiamo un Delfino 1936 con pochissimi giocatori di proprietà, con un passivo importante, senza un patrimonio con cui sostenere la gestione annuale e lo hanno portato a reagire con un suo personale striscione in cui chiede:
“Trovassero loro una persona seria come me e mi faccio volentieri da parte”.
Ora due sono le domande da porre: Cosa intende per persona seria come lui e poi perché non risponde con i numeri, i dati concreti, all’accusa di speculare sul calcio che è diventata la sua unica forza di lavoro e di sostegno vitale?
Il fatto è che si cerca sempre di distorcere le verità.
Le distorsioni cognitive sono semplici espedienti che la nostra mente utilizza per distorcere la realtà e convincerci che una cosa apparentemente non vera sia assolutamente reale. E’ importante precisare una cosa: distorcere la realtà non è un fatto del tutto negativo; possiamo considerarlo un processo quotidiano che ci aiuta a vivere il mondo e i suoi costanti stimoli con maggiore leggerezza.
Nel nostro modo personale di relazionarci agli altri e al nostro mondo interiore, ci costruiamo delle credenze che ci guidano e ci orientano nell’intraprendere un comportamento piuttosto che un altro, nel prendere una decisione, nel vivere e affrontare i problemi ecc…
Ogni persona interpreta il mondo in modo diverso e secondo la propria prospettiva.
Quando una distorsione cognitiva prende eccessivamente il sopravvento, non siamo più in grado di distinguere quando un evento accade realmente o quando è solo frutto della nostra immaginazione.
Personalmente e concludo, io interpreto questo momento calcistico in questo modo: “Campagna estiva e invernale non all’altezza di una società che avesse voluto fortemente il ritorno in Serie B.
Il Pescara ha alcuni ottimi giocatori, Crescenzi, Cancellotti, Rafia, Mora, Lescano. Ha dei giocatori che devono essere aiutati a crescere tecnicamente come Merola, Palmiero, Desogus, Kolaj, Cuppone.
Ha troppi prestiti.
Ha sbagliato nel puntare su un allenatore di seconda fascia come Colombo.
Ha sbagliato a non sostituirlo prima: immagino cosa avrebbe potuto dare uno Zeman richiamato verso la quindicesima giornata e quindi con più settimane a disposizione di lavoro...
Ma anche queste non sono che delle distorsioni cognitive....