“Con arroganza si definisce un senso di superiorità nei confronti di un altro soggetto, manifestato attraverso un costante disdegno e un’irritante altezzosità. Una persona arrogante manifesta dunque una sfacciata insolenza, con modi prepotenti e arbitrari, dovuta ad un’eccessiva presunzione di sé.”
Gli arroganti sono quindi coloro che sanno tutto loro, e non ti lasciano mai parlare. Preferiscono fare dei monologhi avendo a disposizione dei reggi microfono
Gli arroganti, nonostante non piacciano proprio a nessuno (a parte a loro stessi), il più delle volte traggono beneficio da questa loro caratteristica negativa; addirittura sembrerebbe proprio che i vantaggi nell’essere arroganti siano diversi:
L’arroganza esprime rabbia ed il più delle volte la rabbia intimorisce chi sta di fronte portando benefici solo a chi l’esprime e non a chi la subisce.
Volete che me ne vada? Me ne vado subito, portate chi mette le forme al mio posto.
Le persone arroganti non sono gentili, e il nostro signore ne ha dato ampia prova negli anni.
Le persone arroganti sono dominanti e la dominanza porta sudditanza che a sua volta porta potere. Basta vedere come tratta i suoi collaboratori, allenatori compresi e come spadroneggia su parte della stampa locale.
Le persone arroganti ritengono – perché ne sono convinte – di essere superiori e migliori degli altri. “Portatemi chi dovrebbe sostituirmi e valuto io se ha le carte in regola per sedere al mio posto.”
Le persone arroganti quando discutono non lo fanno mettendo al centro il problema ma attaccando direttamente coloro che hanno davanti cercando di intimorirli.
“Sicuramente c’è qualcuno che pagherà per questa contestazione per i danni che sta arrecando alla società.”
I ricercatori consigliano, nel caso di avere a che fare con un arrogante, di tenere le distanze ed evitare quindi di discutere perché lo scontro è quello che gli arroganti cercano e vogliono.
E, infatti, il nostro esperto in bilanci e plusvalenze, non risponde mai alle domande, quelle rare che qualche giornalista libero riesce a fargli pervenire, ma attacca dicendo che lui è il miglior presidente che il Pescara abbia mai avuto; che con lui la società è a posto e non ha debiti (che faccia tosta!); che la sua società è presa ad esempio da altri presidenti (quelli che vogliono imparare la tecnica delle ingegnerie finanziarie che portano soldi e quelli, soprattutto, che voglio sapere come trasformare un disoccupato in ‘laureato in scienze calcistiche’ e fare soldi sfruttando la passione dei tifosi.
Intanto i numeri dicono che in 16 partite siamo a meno 14 dalla vetta; che il Pescara ha una differenza reti di 1 contro i 20 di Reggiana e Modena. Che, a controllare i vari contratti firmati con il Pescara, risultano pochi giocatori di proprietà e moltissimi prestiti; che nonostante le tante affermazioni di proprietà propalate negli anni, il Delfino paga ancora l’affitto per usare i campi di allenamento; che nonostante gli accordi presi a suo tempo, i bond non sono stati ancora pagati; che i rimborsi per le partite disputate a porte chiuse sono avvenuti in gran parte solo accettando il diktat (condizione imposta senza negoziazione) di prendere merce dal negozio biancazzurro e non i contanti; che non si hanno più notizie circa le scuole calcio estere organizzate dal Delfino; né si hanno notizie sul perché la società abbia all’interno un paio di “soci strani” né il perché dei tanti contratti di “collaborazione” con mediatori, direttori sportivi e ruffiani vari.
Insomma la tecnica è questa: faccio come voglio, non do spiegazioni, se fate domande non rispondo ma vi maltratto, se volete sapere cosa fa il Delfino basta seguire le mie omelie dall’altare della mia chiesa (sconsacrata) di riferimento.