Nei giorni scorsi il Ferguson collinare, convinto sempre più di essere stato insignito di una laurea in scienze calcistiche, ha espresso questo lapidario pensiero attraverso la sua televisione di riferimento che non ha ancora capito che per fare un servizio pubblico si commentano i fatti secondo verità e non facendo da ufficio stampa del presidente: “Al mio Pescara servono due attaccanti che prenderò a gennaio, mentre la difesa è a posto”.
Al Pescara, in verità, servirebbe che lui facesse il mestiere che gli è più congeniale, il mercante, mentre il settore tecnico dovrebbe essere appannaggio di un vero tecnico.
Secondo il nostro insigne uomo di mercato la difesa biancazzurra è a posto e non riflette sul fatto che è una difesa colabrodo che ha subito 22 reti in undici gare (!) ed è a meno dodici.
Seguendo i suoi cavillosi pensieri da mercante, presenta, appoggiato sempre dai soliti reggitori di microfono, come campioni e grandi operazioni di mercato, ogni giocatore che prende, in prestito, e che arrivano, alcuni, in ambulanza...
Questi campioni, poi, vedi Guth, Riccardi, Antei (osannato per i dieci minuti di Ascoli e colpevole nei tre gol subiti dal Vicenza), Asencio, Ventola, Fernandes, Diambo, Capone (da lui definito il miglior giovane calciatore della serie B), Di Grazia, Arlotti... passano più tempo in panchina che sul campo.
È vero che il presidente ha tutto il diritto di intervenire e di operare nel settore del mercato, ma dovrebbe farlo avvalendosi di un vero tecnico e non di lasciare, chi ne capisce, in sede e portarsi dietro solo un portaborse con il compito di fare da autista e con i risultati che tutti possono vedere dopo ogni partita: seconda peggiore difesa e un attacco che di certo non brilla per numero di gol fatti.
E poi, invece, leggi i resoconti di altre partite e vedi i giocatori ex Pescara, ceduti per un secchio di fave secche, segnare a raffica con le società che hanno avuto l’accortezza di prenderli.
Sono anni, da quando c’è il mercante, che il Pescara non riesce ad avere uno zoccolo preciso su cui effettuare degli innesti mirati.
Sono anni che il Pescara fa movimenti di centinaia di giocatori solo per lucrare sui movimenti stessi.
Sono anni che il Pescara cerca di addossare le colpe ai tecnici di turno e li cambia come fazzoletti in inverno quando si ha il raffreddore, senza che i tifosi capiscano che qualsiasi allenatore sbanda se la squadra è costruita male e non ha equilibrio tra i reparti.
Vorrei ricordare che Trapattoni, uno degli allenatori più vincenti in Italia e all’estero, quando ebbe in mano il Cagliari, il 29 giugno 1995, nella rosa c’era anche Allegri, fu costretto a dimettersi perché la squadra fatta da Cellino non era ben costruita.
Come dire che non sono gli allenatori a fare la squadra ma la squadra a fare la fortuna degli allenatori. E, chiosando, si potrebbe affermare che sono i presidenti che si fanno prendere dalla smania di fare i tecnici, a fare fallire malinconicamente le ambizioni dei tifosi.