“Tutti gli uomini sognano. Ma non tutti sognano allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della loro mente, si risvegliano al mattino per scoprire che i loro sogni sono svaniti. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi; essi infatti inseguono i propri sogni ad occhi aperti, e fanno sì che si avverino”.

I tifosi biancazzurri hanno, oggi, due sogni: che il mercante vada via e che il Pescara torni in Serie B.

Anche il Ferguson collinare sogna: Di continuare a prendere in giro una città intera senza “pagare dazio”; di poter fare la sua scalata a livello di Federazione. Di trovare tra i tanti prestiti il cavallino di razzo che gli vince “Il Derby”. Di riuscire a scovare qualche vero talento nelle sue scuole di calcio. Di continuare a fare aumentare il tesoretto personale con una serie di contratti e con decine di movimenti di giocatori che non scenderanno mai in campo.

Ci sono sogni nel cassetto che sono perfetti per lui; non sa da dove vengono, ma li coltiva. Certo, la realtà richiede sempre impegno e non sono tutte rose e fiori, ma è ben diverso fare ciò che gli viene spontaneo o sforzarsi per raggiungere una meta che non lo riguarda... 

Il vero sogno nel cassetto è una specie di voce che ti chiama: di colpo, magari senza nemmeno averci pensato prima, ti rendi conto che la tua strada è quella.

Qualcosa che non conosci ti chiama e tu devi andare in quella direzione, è più forte di te. Questi sogni si riconoscono facilmente: non sono molto elaborati, non contengono una ricetta fatta di tappe già preordinate, non fanno rimuginare in continuazione pensieri preparatori, non sono una consolazione che usi nei momenti di crisi: sono un fuoco, piccolo o grande, che senti dentro e che, ogni volta che lo assecondi, ti fa stare bene.  

I sogni aiutano a rielaborare emozioni. Lo psicologo Goldman afferma che sogniamo perché abbiamo bisogno di rielaborare le nostre emozioni. Secondo questa teoria l'attività onirica permette di sentire e vivere pienamente le emozioni che vengono negate o represse durante la vita diurna.

I sogni di per sé non credo che abbiano il potere di migliorare direttamente la nostra vita.  

Possiamo piuttosto dire che i sogni possono avere un significato.

Comunque i sogni ci aiutano a vivere meglio: ci proteggono da alcune potenziali minacce che la nostra mente ha – talvolta sapientemente – nascosto alla nostra attenzione, confinandole nel nostro “Inconscio”.

Per questo motivo, sia che il sogno sia stato “piacevole”, sia che sia stato invece un incubo, è importante ricordarci che esso costituisce un meccanismo nella maggior parte dei casi utile alla nostra sopravvivenza psicologica.

Per evitare che i sogni ci distraggano troppo e ci portino a credere in traguardi ambiziosi e che poi, al risveglio, ci facciano soffrire più di quanto meritino, consideriamoli per quello che sono.

Sognare è un fenomeno psicologico derivante da attività fisiologiche nel sistema nervoso centrale che avviene quando dormiamo.   
I sogni possono durare più o meno a lungo, da pochi secondi fino anche a una mezz’ora.  Non è quindi vero che alcune persone sognano e altre no: semplicemente alcune persone ricordano con più facilità i propri sogni di altre.  

Molti sognano ad occhi aperti, anche il nostro Ferguson collinare.

Sognare a occhi aperti è un comportamento umano comune. La nostra capacità di sfuggire mentalmente al presente può essere non solo una fonte di piacere ma può anche offrire numerosi vantaggi. Ad esempio, aiutarci a pianificare eventi futuri, risolvere dei problemi, alleviare la noia o anche fungere da stimolo per aumentare la nostra creatività.

La fervida immaginazione, come anche la capacità di immergersi in sogni a occhi aperti, rappresentano dunque un’esperienza normale. Ciò che rende disfunzionale questa attività è quando diventa difficile da controllare e quando il tempo speso in queste fantasie va a compromettere il funzionamento della persona nei vari domini di vita.  

Ed ecco la bravura del mercante: sa che i tifosi sognano e sa con certezza quali sono i loro sogni e con malizia li fa morire.

Come faccia non è facile dirlo, però ci riesce.

Ogni qualvolta i tifosi cominciano a sognare, lui li fa ricadere nel limbo della dimenticanza. Sognare e dimenticare, significa che sono sogni morti. E i sogni dei tifosi devono morire.

I suoi sogni, invece, sono alimentati quotidianamente ed è difficile che muoiano.

Un proverbio degli aborigeni australiani afferma che colui che perde i suoi sogni, perde se stesso; e questo perché la mitologia di quel popolo è tutta pervasa dalla nozione del “tempo del sogno”, (“dreamtime”) percepito come la vera dimensione della realtà, anteriore a quella storica e materiale; più precisamente, il “tempo del sogno” corrisponde all’epoca antecedente alla creazione del mondo, quando le creature sognanti cantavano tutto il creato, per cui il mondo altro non è che la risultante di un tessuto musicale fatto, come direbbe lo Shakespeare della «Tempesta», della stessa sostanza dei sogni.

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