Durante la sosta del campionato potrebbe arrivare il passaggio di proprietà in casa Pescara. La trattativa fra Sebastiani e il gruppo potrebbe entrare nel rettilineo finale che porterebbe alla conclusione finale nel corso della prossima settimana.
I nuovi acquirenti infatti (di cui in verità non si sa nulla) stanno cercando di stringere i tempi, tanto da aver dato un ultimatum al club abruzzese, per acquisire il pacchetto di maggioranza da Sebastiani, che resterebbe inizialmente con una quota di minoranza per gestire la transizione.
Un cambio di gestione chiesto a gran voce dalla tifoseria tanto che Sebastiani ha fatto capire di essere rimasto, in cuor suo, colpito da questo atteggiamento che, strano a dirsi, non riesce a spiegarsi rinnovando, dal palcoscenico amico, i suoi meriti di grande manipolatore a livello commerciale, capace di gestire con pochi mezzi finanziari una società di Serie B, e di avere nel cuore una fede biancazzurra che oggi sbandiera ma di cui non si sono avute espressioni negli anni precedenti la sua entrata in società.
Tutti ricordano che essa avvenne con pochi mezzi messigli a disposizione da un noto operatore nel settore automobilistico entrato in rapporti fiduciari con lui quando era titolare di una società di leasing ora fallita e solo per la “benevolenza”, si fa per dire, di Giuseppe Adolfo De Cecco..
Strana questa sua incapacità di capire i veri motivi che lo hanno reso inviso alla piazza nella sua stragrande maggioranza.
Dato il suo carattere, non è ancora riuscito a capire, e nessuno del suo entourage lo ha aiutato a farlo, e nemmeno la stampa amica lo ha aiutato in tal senso, facendo aumentare, a dismisura il suo ego, facendogli credere che tutto gli fosse possibile senza rispettare il prossimo suo di fede biancazzurra, che aveva tirato troppo la corda.
Sostenuto da qualcuno che, per interesse di vario genere, lo ha ritenuto un genio della finanza, non si è accorto di essere diventato, invece, un genio... del male.
Non a caso in molti accetterebbero, ed è sbagliato, un ridimensionamento societario purché lui lasci la presidenza.
Il Pescara è una patrimonio della città e non di Sebastiani.
Gli uomini passano e sono dimenticati, chi prima o dopo, ma il Pescara resterà nella sua capacità di essere un punto di riferimento passionale per i suoi tifosi.
Ora tutto questo parlare di cessione, a chi? non si sa, fa pensare ad una strategia psicologica atta a toglierlo dalla graticola facendosi sostituire.
Il personaggio presentato in questi giorni ha suscitato non pochi inquietanti interrogativi e non sono pochi quelli che pensano si tratti di una “marchetta” ben congegnata per far credere che si cambi perché nulla cambi.
"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa né "Il Gattopardo". Ed è ancora una grande verità.
Nessuno ha cercato di aiutare Sebastiani, facendogli capire che, come scriveva Niccolò Machiavelli, “Chi viene eletto principe (nel nostro caso presidente) col favore popolare deve conservare il popolo come amico.” Invece, con arroganza, presunzione, e scarso rispetto per il prossimo, è riuscito, non solo a non essere, come lui crede erroneamente, il miglior presidente della storia pescarese calcistica, ma quello meno amato e meno accettato.
“Quando non si può più cambiare la situazione, non resta altro da fare che cambiare noi stessi.” Con questa frase Frankl ci dice che, anche se non possiamo cambiare certe situazioni, perché non abbiamo alcun controllo sugli elementi che le costituiscono, possiamo sempre decidere come affrontarle, perché abbiamo il controllo sui nostri pensieri, atteggiamenti e sentimenti.
È probabile che Sebastiani, invece, abbia perso il controllo dei suoi pensieri.