Il presidente Sebastiani, nel corso di una intervista dopo la sconfitta di Ferrara con la Spal, ha chiesto espressamente, con la sua solita grazia dialettica, al suo interlocutore che non ha risposto, “Che cazzo è questo giropalla?”
Probabilmente, siccome la domanda se la saranno posta, forse, anche dei tifosi, cerco in poche parole semplici di spiegare cosa è il giropalla e perché si fa.
Il giro palla è un’azione collettiva atta a togliere punti di riferimento alla squadra avversaria con il movimento continuo dei propri giocatori che, mantenendo il possesso della palla, cercano di sorprenderla cogliendo l’attimo in cui qualche suo componente, si venga a trovare fuori posizione.
Il giro palla dei quattro difensori, per esempio, non deve essere fine a sé stesso ma deve avere come obiettivo quello di guadagnare metri, quello di far iniziare l’azione e quello di tenere palla e fare correre gli altri.
Il giro palla è utile per l’avanzamento di tutto il reparto difensivo e per tenere il possesso in alcune fasi di gioco quando c’è bisogno di rifiatare e di far correre di più gli avversari.
Il movimento del giro palla serve inoltre a trovare un punto di ingresso nella tattica difensiva avversaria; infatti, ad ogni spostamento del pallone, corrisponde un continuo adattamento delle posizioni dei giocatori della squadra in fase difensiva, quando questo adattamento non è perfetto si può allora terminare il giro palla ed iniziare la fase offensiva vera e propria con un movimento in profondità o un movimento in ampiezza.
Nel calcio dei nostri giorni l'inizio della manovra è diventato una priorità: non esiste squadra che non abbia in dote uno o più schemi per iniziare l'azione dal fondo.
Un buon inizio dal basso è il miglior modo per essere pericolosi in zona gol.
L'inizio dell'azione è ormai diventato importante tanto quanto la fine, il primo passaggio vale tanto quanto la conclusione in porta, e forse di più: iniziare la manovra dal basso significa moltiplicare i passaggi e i movimenti, dunque le possibilità di sbagliare, ma il gioco vale la candela, perché aumentano anche i potenziali errori altrui, visto che la squadra avversaria è obbligata a correre e a disgregarsi per recuperare il pallone in movimento.
L'idea di iniziare a muovere rasoterra il pallone dal portiere, quindi dalla linea di fondo campo, è paradossalmente in controtendenza rispetto all'obiettivo del calcio, ovvero raggiungere l'estremo opposto, avvicinarsi il più possibile alla porta avversaria.
Una volta il portiere effettuava dei lanci lunghi rimettendo il pallone in gioco e spesso favoriva l’inizio dell’azione di rimessa degli avversari che ricevevano il pallone anticipando colui al quale era indirizzato dal portiere.
La costruzione dal basso è uno dei tanti risvolti del calcio del Barcellona di Guardiola per cui il mediano di un centrocampo a tre giocatori abbassa il suo raggio d'azione tra i due centrali di difesa, che contemporaneamente si allargano spingendo in avanti a loro volta i due terzini.
Parlare di possesso palla vuol dire anche parlare della dimensione collettiva che coinvolge, quindi, un sistema, composto da individui, strategie e azioni.
Lo scopo primario, del possesso palla e del giropalla, è guadagnare spazio in avanti e arrivare in porta.
Va da sé che i giocatori che attuano il possesso palla o, se volete, il giropalla, devono essere abili nel dare e ricevere il pallone con precisione... se sbagliano il passaggio, perché alcuni hanno dei piedi come ferri da stiro, si combina il patatrac... come fece Bellanova in una delle prime partite in casa.
Spero che quanto scritto abbia chiarito il concetto al presidente che, da qualche tempo, ama atteggiarsi a tecnico e conoscitore delle dinamiche del calcio, non solo a livello commerciale, ma anche tecnico.