Con il calcio giocato ancora in standby e non dovendo districarsi tra programmi di allenamento e dubbi di formazione, i dirigenti della Pescara calcio sarebbero più liberi di lasciare qualche dichiarazione concreta. E, invece, abbiamo il solito chiacchiericcio da bar con una manciata di giocatori presentati, oggi, come un arrivo importante salvo, poi, dire che un’altra società ce li ha soffiati.

Poi il solito refrain: arriva a Pescara Cicco Pallino ed è una formidabile operazione del presidente e del suo direttore sportivo. Poi leggi attentamente il curriculum del soggetto e ti rendi conto che è una operazione condotta con la speranza che Cicco Pallino diventi un vero giocatore da immettere sul prossimo mercato e con la speranza di fare cassa.

La valutazione di ciò che avviene nelle operazioni di mercato è viziata da una percezione cerebrale di parte. Ecco perché i dirigenti, sostenuti da amici compiacenti della stampa, esaltano le loro capacità mercantili mentre tifosi vedono solo quello che vogliono.

Quindi, da una parte i dirigenti maneggioni che cercano di far passare le lucciole per lanterne, e dall’altra i tifosi che sono talmente desiderosi di avere uno squadrone a disposizione per agguantare la promozione  da volere credere che ogni arrivo sia quello buono da far fare il salto di qualità.

Mancando di una cultura sportiva non abbiamo l’inclinazione nel godere della spettacolarità del gioco nel suo insieme perché l’Italia è fondamentalmente un paese di tifosi che rincorre il risultato da raggiungere ad ogni costo; questa visione calcistica mette in moto un meccanismo tale da condizionare le strategie all’interno delle società.

Per pararsi il “popò” lo scorso anno il presidente sostituì Colombo con Zeman certo, in tal modo, di zittire la tifoseria alla quale promise una squadra forte per centrare l’obiettivo.

Cosa fallita.

Ci riprova quest’anno con la stessa filosofia: tanto fumo, tante chiacchiere, tanti nomi presentati con contorno di fanfare e.…poi?

Finora? poco o niente.

Settimana molto importante in casa Pescara. Il cronoprogramma è già stilato: definizione delle trattative già impostate, firme dei giocatori e relativi annunci, visite mediche, raduno e inizio del ritiro. Avrà parecchio da fare il direttore sportivo Daniele Delli Carri, che però negli ultimi giorni si è portato avanti col lavoro chiudendo per Accornero, Masala e Merola e imbastendo altre trattative al fine di consegnare a Zeman una rosa sin dai primi giorni competitiva.

Vorrei ricordare che per avere successo bisogna, necessariamente, preparare un programma. Poi assicurarsi la condivisione del progetto da parte di tutti i Tecnici (allenatori, Preparatori dei portieri, Preparatori Atletici).

Le difficoltà maggiori si presentano quando hai un presidente, Sebastiani, votato al dio denaro, ed un poeta del calcio, Zeman che, oltretutto, ha una parte della tifoseria che, pur rispettandolo, dice che è pronto per la pensione.    

E’ fondamentale sottolineare che solo attraverso la condivisione del progetto da parte di tutti i tecnici, condivisione alimentata e “controllata”, si possano realmente raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Solitamente le società, mancando di una solida programmazione, preferiscono vincolare i tecnici con contratti annuali. Ed è così che, di solito, gli allenatori vedono nel risultato, e non nel gioco, l’unico fine attraverso il quale riottenere la conferma per l’anno successivo.

Tutto ciò porta, inevitabilmente, l’allenatore ad operare in stretta sintonia con il presidente. Ma, nel nostro caso, abbiamo un “Monumento” del calcio che ama la bellezza del gioco e la crescita dei suoi allievi, e dall’altra, un mercante che vuole risultati, sicurezza nel far scendere in campo per un numero precisato di volte il giocatore che lui ritiene di poter commercializzare per guadagnare, quanto meno, i premi di valorizzazione.

Sono due filosofie contrastanti che, alla fine porteranno allo scontro diretto il mercante e il poeta e il tifoso resterà con i suoi sogni irrealizzati.

Mi auguro fortemente di sbagliare, almeno questa volta.

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