La vittoria di Terni, dimenticandosi della papera astronomica del loro portiere che, di fatto, ha condizionato in positivo la partita per i biancazzurri, e il pareggio interno con la Torres in cui si sono viste alcune positive prestazioni, hanno fatto scattare la corsa alla esaltazione di alcune frange dei tifosi (sono rientrati tutti nello stazzo?) e dei soliti pifferai che non aspettavano altro per dire che tutto “va ben madama la marchesa” e per cantare l’inno “viva viva il presidente che ci fa tutti contenti”.

La verità vera è che, per giudicare questo Pescara, occorre prima di tutto che entrino in squadra i “colpi di mercato”, poi che arrivino le conferme della crescita tecnica e tattica di una squadra che, nel primo tempo contro la Torres, ha evidenziato più di una lacuna e che nel secondo tempo, pur giocando meglio, ha subito una rete da suicidio con una difesa schierata che, comunque, è già a tre gol subiti su due gare (ripeterà l’andazzo dello scorso anno?).

Urgono conferme dopo le prestazioni più che discrete di Vergani, che è apparso rigenerato dopo le deludenti prove dello scorso anno (merito di Baldini?), di Cangiano che è stato tra i migliori.

Al termine delle due partite possiamo dire che il Pescara è apparso troppo basso e sfilacciato, pochissima cattiveria con gli avversari (la Torres) che sfrecciavano in lungo e largo seminando il panico nella difesa biancazzurra. Un errore da non ripetere.

Altro errore quello di ritenersi appagati dopo il vantaggio acquisito e di smettere di attaccare. La insicurezza della squadra si nota proprio in questo atteggiamento di difesa di un risultato apparso, forse, insperato dopo la bella azione manovrata che ha portato la Torres in vantaggio.

Urgono conferme dai difensori (Alessandro Plizzari a parte) che spesso appaiono svagati, fuori posizione e che non danno il giusto contributo alla spinta, parlo dei due esterni della difesa.

A dirla in breve mi pare una squadra che non è squadra ma vive sulle estemporanee fiammate di alcuni giocatori (meglio non fare nomi in questo periodo iniziale), ma Baldini sa bene chi sono.

Bisognerà che, specie a centrocampo, migliorino nei passaggi in profondità (lanci), e non ci si lasci andare troppo alla mania troppo stucchevole di passare la palla lateralmente e a due metri  per paura di prendersi delle responsabilità nel lancio in profondità.

Inoltre Baldini faccia lavorare i suoi sui fondamentali visto che in novanta minuti contro la Torres ho contato undici palloni “stoppati a inseguire...”

Importante che i ragazzi capiscano che, contro le difese schierate, è la catena, costituita da terzino, interno ed ala, quella maggiormente sollecitata, cercando di sfondare lateralmente e di giungere alla rifinitura attraverso cross dal fondo.

E’ opportuno sottolineare, inoltre, il movimento combinato tra ala e terzino utile a creare i presupposti per uno sfondamento in fascia.

Così come è vitale l’occupazione ottimale di tutto il campo per la formazione spontanea delle varie triangolazioni che vengono a formarsi tra gli elementi in campo.

Urge capire che è importante recuperare prontamente la sfera a palla persa, attuando un’immediata pressione sul portatore e sugli appoggi più vicini.

Ormai tutti prediligono l’azione che parte dal basso per risalire il campo e sarebbe meglio farlo, sempre che sia possibile, utilizzando le corsie laterali.

Comunque, personalmente, ho fiducia in Baldini che sa di dover lavorare più del necessario per la rosa non ben equilibrata fatta dal Ferguson collinare.

Rimini rappresenterà un buon test per le conferme, dato il suo relativo valore, e quindi potrebbe far scattare la molla del coraggio dei nostri “guerrieri”.

 

 

 

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