Prima di Cittadella molti hanno scritto e detto che il Pescara era ad un passo dalla Serie C suscitando le ire dei tifosi più accesi che li hanno prontamente definiti gufi.
Questa stupida espressione usata tra i tifosi nasce dal fatto che il gufo è considerato dai tempi antichi un animale carico di un certo lato arcano e misterioso e, nell’immaginario comune, si ritiene associato all’oscurità, alla sciagura e alla negatività, probabilmente a causa delle sue caratteristiche, visto che si tratta di un rapace notturno e dal carattere solitario. Questo suo aspetto sinistro e malaugurante, viene messo ancora più in risalto da una leggenda della Spagna, secondo la quale è attraverso il bubolare del gufo nella notte che gli spiriti dei defunti mandano i loro lamenti ed è per questo perciò che il suo verso annuncerebbe disgrazia e sventura… Ma se per alcuni il gufo è qualcosa da tenere lontano il più possibile, per altri invece è sempre il benvenuto, essendo, per fortuna, simbolo di… fortuna!).
Dopo la vittoria sul Cittadella gli stessi hanno invitato i “gufi” a nascondersi e hanno cominciato a tessere elogi sulle capacità di Grassadonia (5 punti in tre partite) e sui valori della squadra che ora può credere davvero nella salvezza.
Analizzando i vari aspetti della partita e della classifica, mi rendo sempre più conto della stranezza di certi giudizi e della stupidità di gran parte dei “commenti”.
Vediamo cosa è successo veramente.
La paura di prima del Cittadella risiedeva nella considerazione che il Pescara era penultimo in classifica con un solo punto sull’Entella e a tre punti dall’Ascoli e a dieci punti dalla salvezza rappresentata dalla 15ma posizione della Cremonese ferma a quota 29.
Il Pescara gioca e subisce, per novanta minuti circa, la maggiore pressione del Cittadella, e dopo aver fatto tre tiri in porta riesce a segnare con il suo giovane centravanti a pochi minuti dal termine, nello stesso tempo l’Entella va a pareggiare sul campo del Lecce, l’Ascoli perde in casa e stessa cosa capita alla Cremonese che perde a Vicenza.
Qual è la classifica?
L’Entella sempre ultimo con 19 punti, il Pescara appaiato all’Ascoli sempre penultimo e la posizione di salvezza è a sette punti dalla Cremonese.
Se il campionato finisse oggi saremmo in Serie C, quindi valido il giudizio di chi diceva e scriveva che il Pescara aveva ed ha un piede in C.
Ma cosa è cambiato di fatto?
Se analizzi il gioco e i suoi valori espressi sul campo ci sarebbe da dire che è cambiato poco. Se guardi dal lato morale c’è da dire che l’autostima è cresciuta e ci sono spiragli che fanno sperare ma... senza fare voli pindarici perché, in assoluto, bisogna saper dare continuità ai risultati, al miglioramento del gioco, e sperare nella buona sorte che faccia perdere punti a squadre come Cremonese, Brescia, Vicenza, Reggina, Pordenone e Frosinone... le altre sembrano piuttosto al sicuro da una eventuale escalation biancazzurra.
Col rischio di essere tacciato anch’io gufo, dopo questa disamina ( personalmente, però, con il filosofo Hegel, dico che il gufo dagli occhi potenti, riesce a guardare ‘oltre il buio della conoscenza’ e riesce a raggiungere la luce del sapere) ribadisco questo concetto: il Pescara, mal costruito nella sua rosa, ha bruciato molte possibilità di successo, pur in una Serie B mediocre, ha bruciato due allenatori ed ora può solo sperare nella buona sorte e trovare punti pesanti come a Cittadella per salvare un campionato compromesso e che non ha ancora visto il Pescara capace di fare gioco concreto e volitivo ma che ci sono buone possibilità che il prossimo futuro possa essere più positivo sempre che non ci si lasci prendere dalla euforia per due partite come Lecce e Cittadella in cui la fortuna ci è stata benigna.