Mario Perrotti è un fotografo romano, di origini aquilane che ha già dato alle stampe con successo alcuni suoi lavori con Ape Editore.
Ricordiamo alcuni titoli: Ricordi di vita vissuta, L’Aquila come te ... si rialza in volo ed ora l’estensione del me.
Nel primo volume l’Autore Mario Perrotti ci offre uno spaccato di vita agreste in un ambiente quale quello aquilano in cui crebbe in una famiglia che conobbe sacrifici e momenti molto duri. Il papà aveva lavorato in Lussemburgo e poi in Africa. Tornato in patria aveva continuato a lavorare nei campi aiutato dalla mamma che portava sui campi anche il piccolo Mario adagiandolo in un solco per farlo addormentare al calco dell’abbraccio della “Madre Terra”.
Mario non ha mai dimenticato quelle sue origini e, dotato di carattere, intelligenza, voglia di realizzarsi senza essere schiavo del lavoro dei campi, dopo aver studiato all’Aquila, esercitò la professione di educatore presso il Convitto Nazionale Cotugno dell’Aquila. Successivamente ha insegnato a Roma presso la scuola elementare parificata Pio IX.
Brillante e determinato negli studi si laureò in materie letterarie presso il Magistero di Roma. Vinse due concorsi magistrali.
Tra l’altro ha lavorato come vice rettore ad Anagni, Tivoli e Roma. Ha vinto due concorsi per Rettore nei convitti nazionali lavorando a Catanzaro, Siena, Chieti.
Ha lavorato come dirigente scolastico in varie scuole di Roma. Dopo 42 anni di “onorato servizio”, come suole dirsi, è andato in pensione e qui ha cominciato una nuova vita scoprendo la magia della fotografia.
Il suo libro dedicato all’Aquila terremotata ha avuto un notevole successo di critica e di pubblico ed ha emozionato tanti lettori, non solo del nostro Capoluogo, martoriato dal sisma, ma di tanti che sanno apprezzare l’arte fotografica.
Nel volume che l’Editore Ape sta curando e che vedrà la luce entro la fine di giugno, Mario ha saputo esprimere con le foto tutta la sua capacità di amare la vita e il mondo in cui vive. Vedendo le foto di Mario Perrotti ho capito che dietro a ogni fotografia c’è un mondo che non è mai soltanto quello che si vede.
In ogni immagine, anche quella apparentemente più banale, c’è un orizzonte ampio di scelte, di desideri, di pensieri, di narrazioni interiori che fanno parte della vita e dell’immaginario di chi l’ha scattata.
Dietro ogni fotografia c’è un universo intero fissato in un istante. Guardi una foto e non puoi fare a meno di stupirti e di chiederti: ma come ha fatto a cogliere proprio quell’istante, quel dettaglio così sorprendente?
Mi dice Mario: “Ognuno ha modi diversi di fotografare. Non c’è un giusto o sbagliato, ognuno attraverso la fotografia dice qualcosa, riesce a raccontare un sentimento e un’emozione senza usare parole. Non solo si racconta cosa si vede, ma si racconta anche se stessi. Ed è questa funzione catartica della foto che mi appassiona di più e mi fa amare la fotografia che è diventata una prosecuzione del mio essere.
Fotografare il mondo è fotografare il riflesso di sé nel mondo.
Quando scatto una fotografia, non catturo semplicemente un immagine. Metto nella foto tutte le emozioni e le sensazioni che mi colpiscono e mi coinvolgono.
La fotografia è il mio attimo, l’attimo del sorriso, l’attimo della luce, quell’attimo che non sarà mai più lo stesso.”
Pubblico una foto invernale, per meglio far capire i valori umani e tecnici di Mario Perrotti: Un angolo di una città, al centro una costruzione di neve e ghiaccio, non ben definita, così come a volte non sono ben definiti i nostri pensieri. Gente che si gode un pallido sole: chi camminando da solo immerso nei suoi pensieri, chi in compagnia, chi con in braccio un bimbo o chi lo porta nel carrozzino, comunque, bimbi che rappresentano la realtà di un futuro che potrebbe essere diverso e più fascinoso. Stupendi gli alberi coperti di neve che va man mano sciogliendosi, quasi a dirci che anche le nostre preoccupazioni, se abbiamo fede, si scioglieranno, lasciandoci liberi e felici, sotto il sole che ci scalda.