La comunicazione, parola ignota per gli ignoranti (in quanto ignorano) della Pescara calcio. La comunicazione ha assunto un ruolo di grande importanza in cui essa riesce a favorire il rapporto con il pubblico e diventa leva fondamentale per lo sviluppo dell’attività di impresa.
La cultura della comunicazione all’interno delle società calcistiche è uno strumento attraverso il quale poter operare la veicolazione delle strategie di marketing del club.
L’evoluzione degli interessi sociali, economici e mediatici nei confronti del calcio ha determinato la trasformazione delle società calcistiche in imprese.
Oggi la loro attività non si limita più alla semplice prestazione agonistica effettuata dai componenti della squadra, ma si estende in settori di attività molto diversi tra loro, che configurano i club come soggetti operanti in una fitta rete di relazioni che li vede al centro dei processi di scambio con le altre imprese, i media ed il pubblico.
Da questo punto di vista, la comunicazione può assumere un ruolo di grande importanza nel momento in cui essa, divenendo parte integrante della cultura di gestione delle società calcistiche, riesca a favorire il rapporto con il pubblico, l’incremento di valore del marchio e la pianificazione delle attività di business con i partner tecnici e commerciali. La crisi economico-finanziaria che negli ultimi anni si è generata all’interno del mercato del calcio ha avuto come principale conseguenza un rilevante aumento dell’esposizione sui media dei problemi e delle dinamiche di gestione delle società calcistiche. Questo ha permesso di poter analizzare e sistematizzare una rilevante quantità di dati e di notizie sulla gestione manageriale dei club e sul contributo che la comunicazione svolge nella pianificazione e nello sviluppo della loro attività di impresa.
Oggi il successo delle società calcistiche dipende in misura sempre maggiore dalla capacità dei club di gestire le relazioni di marketing e i flussi di comunicazione che si generano all’interno dello sport business.
Per il Delfino Pescara 1936 tutto questo è arabo. Per il suo presidente solo una perdita di tempo. Per i suoi collaboratori, apparsi molto spesso incapaci e inetti, la comunicazione è solo telefonare al cronista amico e aggreppiato e passargli la “nota” del padrone sia per le interviste da programmare sia per le cose da dire evidenziando sempre e soltanto la grande bravura del “conductor”, direttore d’orchestra, che fa suonare solo le sue note non riuscendo a dare tono e ritmo alle sue parole che spesso sanno di goffaggine, pretenziosità, espressione di arroganza e la situazione chiara agli occhi di tutti a Pescara è una società di calcio, feudo del Ferguson dei colli diventato l’uomo più odiato della intera città.
I giornalisti non aggreppiati, pochi per la verità ma ci sono, debbono fare salti acrobatici per arrivare a sapere delle novità con un certo anticipo come si conviene all’attività giornalistica. Invece a Pescara è avvalsa l’abitudine di aspettare che il conductor faccia mandare in onda le sue omelie per sapere solo ciò che gli conviene.
La comunicazione è arte, è democrazia, è cultura, ma a certi ignorantoni della società Delfino Pescara 1936, appare una parola ignota, e non comprensibile per il loro tasso di conoscenza.