Il nostro allenatore Auteri, considerato e giudicato da chi lo ha assunto, uno “Zeman prima maniera”, fa giocare il Pescara di solito con un 3-4-3 per passare a volte a un 3-4-1-2 e per finire ad uno giochiamo alla “rasciaciò” sparpagliando i giocatori sul campo quando, intorno al sessantacinquesimo minuto, infila tre giocatori nuovi sul campo sperando che arrivi il gol finale come capitato, per sua fortuna, in un paio di occasioni.

Comincio con il dire che ogni sistema dovrebbe essere utilizzato secondo le caratteristiche della squadra che si allena e in funzione dell’avversario che affrontiamo!

I risultati e le prestazioni sul campo sono stati l’ennesima dimostrazione che sono sempre i giocatori i protagonisti; gli allenatori dovrebbero essere bravi a capire come farli rendere al meglio dando loro le armi necessarie e di conseguenza i giusti principi!

Mentalità offensiva e propositiva nella metà campo avversaria con più uomini possibili;

Difesa che accetta continui l’uno contro uno, lavorando in avanzamento sull’anticipo senza “scappare” all’indietro.

La finalità è quella di riuscire ad attaccare il portatore di palla avversario portando tanta densità e quindi tanti uomini in zona palla.

L’obiettivo, quindi, è semplificare la riconquista del pallone o comunque rendere difficoltosa l’uscita con il palleggio (costruzione del basso) della squadra che fronteggiamo!

In particolare, se andiamo a fare un uno contro uno, in una zona “interessante”, in caso di riconquista, infatti, possiamo essere subito pericolosi a ridosso della porta avversaria.  

I primi ad andare in pressione sono ovviamente i tre attaccanti che indirizzano la giocata, favorendo l’intercetto dei compagni che giocano in anticipo lato palla.

Considerando l’azione che parte da una rimessa dal fondo con squadra che applica un qualunque sistema di gioco contro il “nostro modulo 3-4-3” in caso di riconquista del pallone possiamo immediatamente sviluppare un attacco.

E anche qui i principi sono fondamentali.

Gli aspetti da curare sono legati principalmente al timing della transizione:

Quando dobbiamo concludere l’azione con velocità; quando è necessario ordinarsi prima di avanzare un’azione offensiva, palleggiando per esempio.

Sarebbe sempre buona ed utile cosa quello di dividere il campo, lato forte e lato debole, ed accettare anche in fase difensiva l’uno contro uno oppure, perché no, anche una inferiorità numerica.

In questo caso lasciamo l’avversario libero sul nostro lato debole.

L’aspetto “negativo”, del 3-4-3 è quello di fronteggiare due attaccanti e due esterni alti: sicuramente abbiamo tanti vantaggi e tanti svantaggi:  

Scalata dei tre difensori dove il centrale lato forte diventa un esterno basso. Di conseguenza lasciamo “libero” l’esterno alto opposto al pallone.

In questo caso, nella difficoltà, se ne occuperà il nostro numero 8 (Memushaj)

Questo giocatore è strategico; deve essere pronto in fase di ripiegamento, ma contemporaneamente deve offendere in caso di riconquista del pallone.

Caratteristiche difensive ideali dei giocatori

Il portiere, reattivo, che sappia leggere le palle in profondità.

Per i tre difensori sarebbe utile dare la preferenza ad un esterno che spinge per poter essere efficaci anche in fase di non possesso e deve avere una buona capacità aerobica e buona velocità, in modo che possa rientrare velocemente in posizione.

Il centrale difensivo dovrebbe essere aggressivo e saper velocemente accorciare la squadra e aggredire il giocatore di riferimento avversario.

Gli esterni di centrocampo dovrebbero essere abili nel saltare l’avversario e saper crossare il pallone verso la punta in posizione di attacco. I due interni di centrocampo dovrebbero essere in grado di intercettare le traiettorie aeree quando sono chiamati a fare schermo davanti alla difesa,

 ed essere possibilmente due giocatori “di gamba” e dalle buone capacità aerobiche, in modo che possano dare ritmo all’azione di riconquista palla.

I tre attaccanti, se è vero che in partenza sono due ali e un centravanti, poi dovrebbero essere abili di non dare punti di riferimenti precisi e di cambiare quindi spesso posizione.

Tutti e tre devono cercare di stare per il maggior tempo possibile dietro la linea della palla e dare così il loro contributo nella fase di non possesso.

Per questo devono essere giocatori di gamba e con ottime capacità aerobiche.

Comunque, al di là degli aspetti tattici, che sicuramente hanno un importanza notevole nel costruire una fase di non possesso palla efficace, occorre costruire nei giocatori un certo tipo di mentalità difensiva ed una capacità di creare gioco in attacco sfruttando anche la “fantasia” personale del giocatore.

Orbene, nel Pescara visto ed esaminato in queste prime sette partite ho riscontrato delle buone intuizioni personali, ma scarso automatismo nelle giocate, forse perché è mancata finora la squadra base con inserimenti ad hoc e ci sono state troppe variazioni nelle utilizzazione dei giocatori non consentendo la metabolizzazione e l’automatizzazione degli schemi voluti dal mister.

Comunque, c’è ancora molto tempo per risolvere i problemi tattici.

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