Le Società di calcio hanno la peculiarità di essere sostanzialmente animate dalla passione.
Può sembrare banale tale affermazione, ma è così. È la passione dei tifosi che sovvenziona le televisioni; è la passione che induce i tifosi ad acquistare i biglietti per lo stadio; è sempre la passione che ispira gli acquisti della maglietta, della tuta e dei prodotti di merchandising in genere.
Sinteticamente, dunque, non è errato affermare che la passione dei tifosi costituisce l’anima dell’industria del calcio.
I tifosi del Pescara hanno sostenuto battaglie per salvare il sodalizio dalla famelica presenza di alcuni mercanti che volevano acquisire la proprietà nel dicembre del 2008. Furono i tifosi a spingere De Cecco, Caldora, Edmondo e Sebastiani, più altri, a partecipare all’asta del gennaio 2009 e ad assicurarsi i diritti per costituire la nuova società Delfino 1936.
Furono i tifosi a spingere affinché la società si proponesse nel modo migliore per ritornare in serie A e da quel momento esplose la figura di Daniele Sebastiani che, con una operazione societaria, fece in modo che i soci avessero, votando, la forza non delle quote possedute ma ognuno un voto ad personam e De Cecco fu messo in minoranza e perse la presidenza.
Con il nuovo dirigente i tifosi dovettero subito fare i conti con il carattere altezzoso e poco incline al dialogo e alla comunicazione.
Due campionati di Serie A dettero la misura delle manchevolezze organizzative del signor Sebastiani, ancorato sempre di più sulla sua poltrona, rafforzata dalle operazioni condotte su vari fronti con l’appoggio di figure esterne al calcio pescarese.
Tutti parlarono e lo fanno tuttora, dei torti arbitrali, ma nessuno parla dei torti subiti dalla tifoseria biancazzurra considerata a volte come clienti, a volte come un male necessario, a volte come finanziatori soprattutto con i bond che resero tre milioni circa di euro.
Il presidente parla dei suoi meriti che lo hanno portato ad autodefinirsi il miglio presidente della storia del Pescara, ma non dice una parola sul rimborso degli abbonamenti non goduti, e della restituzione della quota con interessi dei bond.
Il presidente, che dice ai tifosi di essere pronto a lasciare a chi “è meglio” di lui, non dice come mai ha fatto letteralmente scappare allenatori come Zeman Pillon e come abbia fatto operazioni di mercato assurde sul piano tecnico e comprensibili solo valutando le movimentazioni finanziarie da lui fatte ad uso e consumo suo e dei suoi mentori.
Un esempio pur tutti, il più recente, ad una squadra che stava avendo buoni risultati, tolse Machin che giocava ad alto livello, esaltando anche le prestazioni di Galano (ricordate il 4 a 0 al Benevento?), senza sostituirlo e disse ai tifosi che avrebbe rafforzato la squadra che, invece, fu indebolita in modo colpevole ed insensato con la caduta precipitosa in classifica.
Da qualche tempo i tifosi della Curva Nord tacciono e, mentre il presidente si frega le mani pensando di averli tacitati, personalmente temo che sotto la cenere stia covando il fuoco della ribellione e che i tifosi “silenti” stanno solo aspettando la fine del campionato per vedere quanti e quali danni ha fatto il Ferguson collinare con vocazione balneare, per far sentire, poi, la propria voce che, temo, sarà di un tono diverso da quanto il mercante speri...
Il mondo del calcio è cambiato ed il tifoso ha sempre più dovuto interessarsi, obtorto collo, dell’andamento finanziario della sua squadra del cuore, poiché da questo ormai dipende se arriverà il campione dei suoi sogni o se addirittura potrà ancora vedere i suoi colori giocare nel calcio che conta.
E così plusvalenze, contratti, sponsorizzazioni, stadi di proprietà, diritti d’immagine, marketing, fair-play finanziario e una miriade di altri termini economici è sempre più entrata a far parte del vocabolario sia del giornalista sportivo e sia del tifoso.
I tifosi ben sanno come in tutte le società i bilanci di quelle di calcio hanno una sezione che rappresenta la situazione patrimoniale, con l’elenco dei beni di proprietà nell’attivo ed i debiti verso terzi ed il capitale proprio nel passivo, ed un conto economico che registra i ricavi e i costi sostenuti nell’anno e dove viene esposto il risultato finale di utile e perdita.
Passando al conto economico, incontriamo fra le prime voci i ricavi caratteristici, cioè inerenti all’oggetto sociale, che sono tipici di una società di calcio: i ricavi da gare (biglietti ed abbonamenti), i ricavi da diritti TV e i ricavi commerciali (da sponsorizzazioni, sfruttamento dei marchi, vendita gadget, magliette, ecc.…) e ben si capisce, quindi l’importanza dei tifosi che non sono dei clienti da sfruttare ma dei sostenitori diretti ed indiretti della società. Quanto più una società ha tifosi, tanto più ha introiti dal merchandising e dalle Televisioni che pagano secondo il bacino di utenza.
Non mi dilungo sugli aspetti formali ma ribadisco che, un presidente che non sa rispettare i tifosi, e non sa dare delle risposte esaustive, è destinato a cadere a breve…