In queste situazioni i critici di scarsa fantasia dicono che tutti devono remare dalla stessa parte e, per tutti, inglobano anche i giornalisti perché abituati da sempre ad una stampa supina, collusa, a volte, con la proprietà e facile ai “salamelecchi”.

È chiaro che tutti debbano remare dalla stessa parte, ma l’esortazione vale per i dirigenti, i tecnici, i giocatori.

I dirigenti dovrebbero fare in modo da garantire sicurezza e tranquillità a tutto lo staff regolarizzando il pagamento degli stipendi senza stare a fare i giochini di prestigio validi solo per evitare le penalizzazioni, ma andando incontro alle necessità dei giocatori che, per la verità, non sono tutti dei nababbi che hanno autonomia di spesa. La società non ha intesto elargire un premio salvezza perché, dice, i giocatori sono pagati sempre per vincere e non ci sta che bisogna “pagare” altro per avere altro…!

I tecnici dovrebbero esaltare il loro lavoro eliminando quelle sbavature evidenziate dalle ultime prestazioni: sconfitta a Pisa, pareggio con l’Empoli, sconfitta a Cremona, tre pareggi con il Perugia, a Venezia, e con il Frosinone. Otto reti subite e sei segnate.

I biancazzurri, con questi risultati, sono con i piedi nel play-out e vedono addirittura da vicino anche il quartultimo posto, occupato da una Juve Stabia capace di conquistare cinque punti nelle ultime tre partite, arrivando a meno uno dal Pescara.

Da qui alla fine bisognerà fare punti, ma anche dare un'occhiata alle partite delle dirette concorrenti. Venerdì prossimo, ad esempio, mentre i biancazzurri andranno a scontrarsi con le ultime speranze di salvezza del Trapani di Castori, il Perugia sarà ospite di una Virtus Entella salva e senza pretese. La Juve Stabia giocherà a Venezia: i lagunari con una vittoria avrebbero archiviato la pratica, ma anche con un pari sarebbero ben messi. La Cremonese ospiterà lo Spezia che non può perdere per non sprecare la sua ghiotta posizione di classifica in chiave play-off. 

Tre partite per sperare.

Ma adesso davvero non si può e non si deve sbagliare più nulla.

Il Pescara, se vuole restare in B senza passare dai play-out, deve andare a punti contro Trapani e Chievo in trasferta, e Livorno in casa. Obiettivo minimo 5 punti, ma per non soffrire ce ne vorrebbero sei. Facile a dirsi, meno a farsi, per una squadra che ha letteralmente dimenticato come si vincono le partite e che è crollata: i cinque punti di vantaggio sulla zona spareggi sono stati cancellati da prestazioni insufficienti.

La situazione del Pescara, però, non è allarmante solo per la classifica ma anche per la condizione generale della squadra di Sottil che esprime gioco redditizio solo per una cinquantina di minuti.

Inoltre, la scellerata campagna acquisti e vendite del nostro Ferguson collinare, con aggiunte alcune assenze ed infortuni, ha privato la squadra delle giuste ed opportune alternative di valore.

Tutti avevano capito che a gennaio sarebbero serviti un difensore centrale, un terzino destro, un centrocampista ed una punta e sono arrivati alcuni giocatori per svernare e godersi il clima pescarese.  

I cambi di allenatore da Zauri a Legrottaglie e Sottil hanno contribuito solo a fare confusione tattica e ora a Sottil si chiede di riuscire a far giocare una squadra stanca ed incompleta spremendo i pochi giocatori di livello disponibili. 

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