Otto giornate e la squadra, nelle mani di Baldini sta crescendo in modo evidente.
Otto giornate, ben 20 punti conquistati su 24 disponibili.
Frutto di 6 vittorie, 2 pareggi e 0 sconfitte. 12 gol fatti e 6 subiti.
Considerando la partita vinta ad Ascoli debbo dire, con soddisfazione di aver visto una squadra ben messa in campo, vogliosa, capace di correre per tutta la gara e di sapersi posizionare a seconda delle fasi di gioco, attacco e difesa.
In porta si conferma sempre di più uno spettacolare Plizzari; a centro campo notevole l’apporto tecnico e fisico di Valzania; in attacco, sono cresciuti un po’ tutti per cui non ci sono titolari o riserve ma un gruppo che può alternarsi secondo necessità.
Merito, è indubbio, della sagacia di Baldini che, senza proclami, ma facendo solo esibizione dialettica di magia e di esoterismo, con i giornalisti che lo intervistano, (a volte mi dà l’impressione che si diverta a prenderli in giro e a volte li bacchetta quando dice: questa domanda lei non me la può fare..). ha messo in atto, non so se volutamente, in quanto seguace delle teorie di Tuckman, o perché il suo credo personale è vicino a quelle dello studioso delle dinamiche di gruppo, riuscendo nella piccola impresa che dovrà, però, essere confermata dai risultati futuri.
Cosa dice, in definitiva, Tuckman?
Le prime quattro fasi di crescita del team, sviluppate da Bruce Wayne Tuckman e pubblicate nel 1965 erano basate su ricerche condotte sulle dinamiche di gruppo. Lui credeva che queste fasi fossero inevitabili affinché un team crescesse fino al punto in cui potevano funzionare insieme in modo efficace e fornire risultati di alta qualità.
E’ importante ricordare che ogni squadra seguirà queste fasi di sviluppo del team ed è importante che nessuna fase venga saltata o sottovalutata.
È compito del Coach e dello psicologo sportivo aiutare la squadra a passare attraverso queste fasi per portarli al punto in cui potranno lavorare nel modo più efficace possibile verso un obiettivo comune.
La fase di “formazione” si svolge quando la squadra si incontra per la prima volta.
I membri del team si conoscono, condividono informazioni sui loro background, interessi ed esperienze e formano le prime impressioni l’uno dell’altro. Apprendono i piani per l’anno successivo, discutono gli obiettivi e iniziano a pensare a quale ruolo possono giocare nella squadra.
Mentre la squadra inizia a lavorare, allenarsi, giocare e competere insieme si spostano nella fase “storming”.
Questo stadio non è evitabile; ogni squadra, soprattutto una nuova squadra che non ha mai lavorato insieme, passa attraverso questa parte dello sviluppo. In questa fase i membri del team si sfidano a vicenda per lo status e per l’accettazione delle loro idee. Hanno opinioni diverse su cosa dovrebbe essere fatto e come dovrebbe essere fatto: il che spesso causa conflitti all’interno della squadra. Mentre progrediscono attraverso questa fase, con la guida del Coach, del team leader o dello psicologo dello sport, imparano come risolvere insieme i problemi, funzionano come una squadra, stabiliscono ruoli e responsabilità nella squadra.
Quando la squadra entra nella fase di “normazione”, cominciano a essere più efficaci come squadra e anche le prestazioni iniziano a migliorare. Non sono più focalizzati sui loro obiettivi individuali, ma piuttosto sono focalizzati sullo sviluppo di un modo di lavorare insieme per i migliori risultati della squadra. Rispettano le rispettive opinioni e valutano le loro differenze. Cominciano a vedere il valore pratico in coloro che sono diversi nella squadra e vogliono essere i migliori atleti per la loro squadra.
In questa fase il team ha concordato le regole del proprio team per lavorare insieme, come comunicano e risolvono i conflitti di squadra e quali strumenti e processi usano per ottenere risultati. I membri del team iniziano a fidarsi l’un l’altro e si cercano attivamente l’un l’altro. Piuttosto che competere gli uni contro gli altri, ora si stanno aiutando a vicenda per lavorare verso un obiettivo di squadra comune. I membri del team iniziano anche a fare progressi significativi come squadra.
Nella fase “performante” i team stanno funzionando a un livello molto alto. I membri del team si conoscono, si fidano l’un l’altro. Le prestazioni possono essere misurate dal morale della squadra e dalle prestazioni reali sul campo della squadra. Cioè, stanno raggiungendo le loro statistiche sulle prestazioni o semplicemente, stanno vincendo e si sentono bene nel far parte di questa squadra. Il team è fortemente motivato a portare a termine il lavoro con i migliori risultati. Possono prendere decisioni e risolvere problemi rapidamente ed efficacemente. Quando non sono d’accordo, i membri del team possono lavorare su di esso e raggiungere il consenso senza interrompere i progressi. Se c’è bisogno di un cambiamento, il team arriverà ad un accordo sul cambiamento dei processi da solo senza fare affidamento sul Coach e sul team leader.
Sulla base di quanto precisato sopra, mi pare di poter dire che Baldini stia facendo un buon lavoro sul gruppo rivitalizzando alcuni atleti che si erano “persi per strada”.
Ad ogni buon conto questo esame critico vale per ciò che ho visto in queste otto giornate, naturalmente, se la squadra si confermerà, tutto OK e anch’io confermerò il mio giudizio, se le cose dovessero cambiare cambierò anch’io e i soliti “cretinetti”, che sempre danno fiato alle loro stridule voci, mi tacceranno di essere nemico del Pescara.
Perché la vera realtà del calcio, come più di una volta ha anche detto lo stesso Baldini, è che parlano in tanti e che i tanti sono ignoranti, nel senso di mancata conoscenza, delle vere dinamiche del calcio.