Il presidente Sebastiani conferma di essere sempre al lavoro, sotto traccia, per la cessione del club a imprenditori stranieri. Il numero uno del club sembra sempre più convinto di poter chiudere l'operazione nelle prossime settimane, come aveva annunciato già poco tempo fa.
"I tempi dell'operazione?
Queste sono cose che vanno gestite in un certo modo, ci sto lavorando seriamente e spero di portare a casa la trattativa in tempi brevi per dare una nuova spinta al Pescara e per il rinnovamento, che non fa male alla società."
Sebastiani torna a tracciare un bilancio della prima parte di stagione: “Non era quello che ci aspettavamo, ma non abbiamo fatto così male da dire che questo girone d’andata sia stato insufficiente. Siamo in un girone che all’inizio si pensava più semplice di altri, ma in realtà si sta rivelando il più duro. Siamo conosciuti per il lavoro che abbiamo fatto negli anni e viviamo anche di questo lavoro fatto a livello giovanile. Sono contento vedere i ragazzi del vivaio giocare nei professionisti. Ci sono richieste per tutti: Sorrentino, Veroli e Delle Monache”, Diambo, e altri.
Alle critiche rispondo che per il Pescara ho perso una famiglia anche se le mie figlie mi adorano e che ho sempre lavorato per il bene della società Delfino Pescara 1936.”
Siamo a Pescara dove tutti sanno tutto di tutti.
Dire che il Pescara è stato il suo amore calcistico ci lascia perplessi; che ha fatto tutto per il Pescara calcio, ci lascia interdetti; che ha perso una famiglia per il Pescara ci fa sorridere ironicamente, proprio per il fatto che tutti sanno tutto di tutti...
Il fatto è che il nostro Ferguson collinare, ha saputo, da vero genio del male, far fruttare come oro il regalo di Peppe De Cecco. Ha rimpinguato le sue casse personali che erano asfittiche dopo le delusioni dell’attività relative al leasing. Ora che si è assestato alla grande vorrebbe anche avere il riconoscimento di essere un “padre del calcio pescarese” e si autodefinisce il “miglior presidente della società calcistica pescarese della storia.”
Il fatto è che tutti sanno anche cosa è l’opportunismo.
La persona opportunista è quella che agisce sempre per proprio tornaconto. Nonostante il vocabolario associ al termine “opportunismo” anche un altro significato meno negativo, legato alla capacità di cogliere un’occasione sfruttando il momento favorevole, il risultato è comunque lo stesso.
Quando cerchi di trarre vantaggio da una difficoltà altrui, per esempio, o fai in modo di ottenere qualcosa forzando una situazione per raggiungere i tuoi scopi, il confine tra “opportunità” e opportunismo” diventa sempre più sottile.
E Sebastiani è un opportunista.
Se è già desolante parlare di opportunismo nella gestione del Pescara, lo è ancora di più se facciamo riferimento alle relazioni personali.
Cosa c’è alla base di una buona relazione? Il dialogo. Cosa rappresenta il dialogo? La forma più semplice di comunicazione.
Ebbene il nostro “migliore” ha fallito miserevolmente proprio nella comunicazione che, per lui, è il proporre dei monologhi dal balcone preferito e pretendere che gli altri siano contenti e convinti di e per quello che dice.
E’ sempre mal tollerato l’opportunismo, specie quando si manifesta in modo subdolo, cioè mascherato da falsa amicizia. Sebastiani non è l’amico del Pescara. Sebastiani è un opportunista che ha sfruttato il Pescara. Sebastiani è un affarista, geniale nel suo settore, che ha sfruttato la passione dei tifosi del Pescara. Ora vuole vendere. Ma non dice le verità sui bilanci, sui debiti e sulle manchevolezze della “sua gestione”. Ci sarà un pollo disposto a fargli raccogliere le ultime uova d’oro?