Tra gradoni, controllo fiscale dell’alimentazione, controllo delle ore di riposo, e studio accurato degli schemi, prosegue la cura Zeman per il Pescara.
All’inizio del campionato, analizzando la nostra rosa e confrontandola con tutte le altre, mi azzardai ad un pronostico e scrissi (le raccolte lo documentano) che i biancazzurri avrebbero chiuso tra il terzo e il quarto posto e che non avrebbero vinto i play off stante la grossa difficolta rappresentata dal regolamento dei play off.
Tutto quanto scritto, però, lo preciso era in riferimento anche al valore che davo al mister che era il signor Colombo, persona pregevole ma, a mio pensare non proprio il meglio per un Pescara che voleva andare in Serie B.
Il cinque di marzo, però, si registrò un fatto nuovo e che io non potevo prevedere: il ritorno di Zeman.
A questo punto i pronostici si annullavano automaticamente: garantita la partecipazione alla fase finale, con Zeman la formazione ha un’altra capacità di gioco, un’altra forza fisica, un’altra ricchezza di schemi da proporre e, quindi, ripudiando la mia stessa previsione, dico che tutto è possibile ora con il signor Zeman che a 73 anni conferma che noi “datati” (io ne conto 83) possiamo ancora dire la nostra, lui sul campo di gioco ed io in quello giornalistico, e ci prendiamo le nostre rivincite sulla presunzione di certi “sbarbatelli” che credono di poter passare sopra l’impegno e gli studi professionali contando sulle amicizie del presidente, sugli atteggiamenti da reggi microfono, sulle posizioni ossequienti che dimostrano quando il mercante parla e si pavoneggia descrivendosi come il migior presidente che abbia mai avuto il Pescara e fa finta di non sentire la pernacchia sonora degli sportivi pescaresi.