Vittoria sul Livorno con tre punti d’oro ma che nulla significherebbero se si perdesse a Verona contro il Chievo venerdì prossimo.
Certo è che, in caso di vittoria, ci sarebbe la salvezza immediata, altrimenti play out.
In questi giorni i vari “ammanicati”, ufficiali e non, si affannano a cercare di far accettare l’idea che la colpa di questa situazione è di tutti e che il presidente non scende in campo… quindi la colpa sarebbe dei giocatori e dei tre allenatori che si sono avvicendati sulla panchina.
Colpa anche di chi, non accettando di pubblicare le note di comodo servite dal Ferguson collinare, è stato ritenuto “colpevole” di non fare il giornalista ma il “commercialista” o il “commentatore” di operazioni che non sono strettamente legate al fatto tecnico sportivo e leggendo i suoi servizi si scagliano chiedendogli perché non fa lui il presidente o perché non denuncia alla Magistratura i fatti di cui scrive....
Adusi ad un giornalismo fatto a tavolino, dietro suggerimenti o del presidente, o dello stesso allenatore, non hanno abituato i loro lettori ad un giornalismo di inchiesta.
Il giornalista d’inchiesta ha come referente il lettore, al quale si rapporta con l’unico fine di fornirgli un’informazione approfondita, puntuale e corretta, fatta di dati oggettivi, ma anche di notizie analizzate in base ai costumi della società del momento.
Il fatto che il giornalista d’inchiesta si ponga come obiettivo primario quello di essere al servizio del lettore significa che egli, pur indagando e acquisendo documentazione su quanto è oggetto del suo interesse, non è un inquirente e non può e non deve sostituirsi alle forze di polizia giudiziaria, né tanto meno alla magistratura.
Il suo fine, infatti, è promuovere una presa di coscienza dell’opinione pubblica riguardo
a una particolare situazione o vicenda, al fine di far maturare in essa una certa capacità critica di discernimento della realtà.
Sì, fare inchiesta significa non accontentarsi della verità superficiale, delle prime dichiarazioni e documenti che ti arrivano sul tavolo.
Il giornalismo investigativo è quello che scopre gli “altarini” e le “malefatte” di cui sono colpevoli quelli che credono di essere al di sopra delle critiche, delle denunce, e che credono di poter fare ciò che vogliono dimenticandosi che essere presidente di una società di calcio non significa essere immune dall’obbligo di rendere conto alla città delle operazioni che minano la forza vitale del sodalizio sportivo.
Se non ci fosse il giornalismo di inchiesta non avremmo mai saputo del calcio scommesse, del doping, delle plusvalenze fittizie, delle partite comprate e vendute alla faccia del fair play, né, con esempi più importanti, del Watergate fatto esplodere da due giornalisti, né del caso della distribuzione del Talidomide, né del caso di Ustica, né delle connivenze politica mafia, né dei rapporti tra le Ndrangheta e Pd di governo, né del controllo sociale gestito dal potere attraverso il calcio e via dicendo…
Nel mio piccolo lavoro d’inchiesta ho messo insieme, anche con l’aiuto della memoria di un grande sportivo che vive a Bari ma che ha radici profonde a Pescara, il professor Gianfranco Sborgia, un elenco di operazioni fatte dal presidente Sebastiani con lauti guadagni personali in questo periodo della sua presidenza e, badate bene, non ho elencato altre operazioni che meriterebbero una diversa attenzione da parte delle autorità competenti.
Risveglio la vostra attenzione di lettori proponendo, a secco, l’elenco e, dai nomi passati da Pescara, potete ben farvi una idea più o meno precisa di quanto il nostro genio della finanza sportiva ha saputo mettere insieme, altro che ringraziarlo per aver tenuto il Pescara in B, quasi fosse un mecenate illuminato, o considerarlo, come lui vorrebbe, il migliore dei presidenti biancazzurri.
Elenco operazioni di mercato
Abbruscato, Abecasis, Acosta, Aldegani, Aquilanti, Aresti, Baez, Bahebeck, Balzano, Bellini, Benali, Bettella, Bianchi Arche, Biraghi, Bizzarri, Bjarnason, Blasi, Bonaiuto, Bonelli, Bovo, Bojinov, Brivio, Brugman, Bruno, Bucchi, Bunoza, Busellato, Campagnaro, Capone, Caprari, Capuano, Caraglio, Careni, Caccaro, Cascione, Celik, Cerri, Chiaretti, Ciofani, Clemenza, Cocco, Chochev, Coda, Colucci, Corsi, Cosic, Coulibaly, Crecco, Crescenzi, Cristanti, Cubas, Cutolo, D’Agostino, D’orazio, De Sousa, Del Grosso, Del Prete, Delli Carri, Di Francesco, Di Matteo, Drudi, Elizalde, Falco, Ferrante, Fiamozzi, Fiorillo, Fornasier, Forte, Galano, Ganz, Gessa, Gilardino, Gondo, Gravillon, Guana, Gyomber, Immobile, Ingelsson, Inglese, Jonathas, Kanoutè, Kastanos, Konè, Koldrup, Laens, Lapadula, Lazzari, Guereira, Nielsen, Machin, Mavaj, Mancuso, Mandragora, Maniero, Martella, Mascara, Mazzotta, Melchiorri, Melosi, Memushaj, Mignanelli, Modesto, Monachello, Muller, Muntari, Muric, Micasta. , Palmiero, Paolucci, Pasquato, Pellizzoli, Pepe, Perin, Perrotta, Pesoli, Pettinari, Pigliacelli, Pinciarelli, Pinsoglio, Piscitella, Pogba, Pontani, Pucciarelli, Pucino, Quintero, Ragusa, Rizzo, Sadotti, Salamon, Salviati, Samassa, Sansovini, Schiavi, Scognamiglio, Sculli, Sforzini, Selasi, Smith, Soddimo, Sottil, Sowe, Stendardo, Stoian, Svedkauskas, Tabi, Terlizzi, Torreira, Vagheggi, Valoti, Valzania, Venuti, Verde, Verratti, Verre, Viviani, Vukusic, Weiss, Yanga, Zampano, Zanon, Zauri, Zuparic.
Oltre ad un nutrito elenco in cui figurano De Matteis e tanti altri per delle plusvalenze di comodo, per non parlare, poi delle operazioni fatte all’estero…