A giugno è prevista la possibile riapertura delle piscine "Le Naiadi". Lo ha annunciato Nazzareno Di Matteo, dg del noto impianto sportivo pescarese, che ha rilevato la struttura dopo il fallimento dello scorso anno: "Potremo riaprire, e farlo in sicurezza", queste le sue parole: "Le spese di gestione di un impianto così grande sono ingenti e, nonostante i due mesi di stop che hanno inciso pesantemente, stiamo lavorando per poter ripartire al più presto. La condizione essenziale è però quella che il protocollo Fin possa essere validato dal Comitato Tecnico Scientifico. Noi come Naiadi non ci siamo fermati, e abbiamo già studiato delle soluzioni che ci possano permettere, di poter riprendere alcune attività, potendo contare sulla piscina scoperta".
Tutto bene, o quasi, quindi?
Nossignore, Le Naiadi sono in pieno marasma e cerco di spiegare il perché.
L'impianto sportivo pescarese dal 12 giugno 2019 è nelle mani della neo associazione Naiadi 2020, un'Associazione temporanea d'impresa, costituita dalla Pinguino Nuoto di Avezzano (guidata da Daniela Sorge e Nazzareno Di Matteo), dalla Pescara Pallanuoto (di Cristiana Marinelli), dal Club Aquatico (di Riccardo Fustinoni) e da Gollum Climbing Academy con presidente Roberto Cantalini.
Quello del 12 giugno scorso fu l'ultimo passo dell'intero procedimento, iniziato il 3 maggio e proseguito con la valutazione delle varie offerte.
A incidere sulla decisione della commissione fu soprattutto la proposta tecnica avanzata dalle quattro associazioni che aveva ottenuto un alto gradimento, arrivando a totalizzare 76,50 punti sugli 80 disponibili. Staccate le altre due, ferme a quota 50 (Gestione provvisoria quindi, fino al 31 luglio 2020).
Successivamente, con un audace "colpo di mano", sostenuto dall'indifferenza di Pescara Pallanuoto, la compagine marsicana della Pinguino Nuoto si è di fatto impossessata dell'impianto, cominciando dallo scalzare da ruoli fondamentali altre due associazioni pescaresi che, pur non avendo partecipato al bando, avevano sostenuto la compagine Naiadi 2020 e che per le rispettive professionalità erano indispensabili per la realizzazione del progetto.
Le due associazioni messe da parte sono l’Associazione SWIM ACTION, Presidente Sabrina D'ancona, il cui papà fu dirigente della Sisley nei tempi d'oro, che in qualità di consulente del lavoro avrebbe dovuto fornire le sue prestazioni in totale fiducia ed economicità ed aveva già iniziato a fare un tavolo con i sindacati, e l’Associazione Swim Team, di cui fa parte il commercialista e nuotatore pescarese Renato Possanzini.
Ricordiamo che il 5 settembre dello scorso anno il consigliere regionale del Pd, Antonio Blasioli, aveva eseguito un sopralluogo nella struttura di proprietà della Regione Abruzzo e
Blasioli, dopo aver verificato lo stato dei lavori in corso, insieme a Nazzareno Di Matteo, nuovo direttore del centro, aveva dichiarato: “Ho potuto verificare di persona l’avanzamento dei lavori, sia sulle vasche che sulla struttura dell’impianto. Abbiamo effettuato un sopralluogo prima sulla piscina esterna, che è ormai pronta, e a seguire sulle quattro interne, a cui manca davvero poco per tornare a essere praticabili. I lavori hanno interessato anche gli impianti elettrici e gli spogliatoi, che sono stati modernizzati e dotati di nuovi dispositivi per eliminare sprechi e disservizi, a vantaggio anche della sicurezza dei fruitori…” promettendo che sarebbe tornato “a verificare lo stato della struttura prima del 16, data in cui dovrebbero terminare questi lavori, e spero che la Regione si attivi per quella data anche per la rimozione di una discarica di rifiuti presente all’interno della struttura sulla parte sud della stessa, in stretta contiguità con la Riserva, perché è alto il pericolo di incendio“
Di fatto nessuno dei fili conduttori indicato per il rilancio della struttura pescarese veniva messo in pratica da Di Matteo che aveva avocato a sé ogni potere decisionale: nessun ruolo diveniva operativo e non si seguivano le linee di marketing (nonostante le pressioni dei soci e dello stesso direttore del settore), non si seguiva alcuna regola per gli acquisti (che venivano fatti servendosi per lo più di ditte marsicane) e senza l'ausilio di un responsabile che doveva essere nominato tra i soci per verificare di volta in volta la congruità.
E così senza un responsabile acquisti, impensabile in una azienda che produce oltre €1.400.000,00 si registrano spese incomprensibili e a volte inutili come l'acquisto di 90 nuovi estintori, mentre sarebbe stato logico curarne il ripristino con una spesa intorno alle mille euro contro una di più di trentamila euro considerando anche l’imminenza del termine contrattuale.
Nessun preventivo per l’acquisto di software, dove si sono spesi quasi 20.000 euro per un sistema mai entrato in funzione.
Si parla di spese altissime per le consulenze, sia quella del lavoro (professionista di Avezzano) e quella per la sicurezza (Ditta Sicurform di Avezzano) e per l’acquisto dei software (che sfiorano i €.20.000).
Tutto ciò sempre tenendo a mente che la scadenza contrattuale della gestione provvisoria è il prossimo 31 luglio 2020, a meno che non ci sia la “certezza” di avere un prolungamento positivo dei termini contrattuali.
Discutibili appaiono tante decisioni prese da Di Matteo che ebbe a suo tempo la maggioranza assoluta per la posizione presa dalla Pescara Pallanuoto che, di fatto, in modo apparentemente irregolare, aveva ceduto quote alla Pinguino di Di Matteo.
Tra queste decisioni quella di procedere nella gestione della società sportiva (Naiadi 2020 ASD) curando di persona e senza preventivi, contratti esosi (LIBER di Avezzano per le forniture chimiche ad esempio) e a procedere ad assunzione di personale non strettamente necessario come quella di Daria Paolini, figlia del noto politico Paolini sempre chiamato in causa all’interno delle vicende Le Naiadi già ai tempi burrascosi e molto criticati di Vincenzo Serraiocco che fa ricordare anche una presenza “in zona d’ombra” di Daniele Sebastiani che, da sempre, ha una mano artigliata diretta verso il complesso natatorio, oltre alla nomina di responsabili settori non precedentemente richiesti (responsabile fitness) scavalcando, di fatto, consiglio direttivo e piano progettuale. Da aggiungere l’assegnazione di nuovi ruoli stipendi e incarichi senza approvazione del consiglio direttivo (responsabile fitness, nuovi addetti URP e aumento di stipendio non giustificato, rispetto al mansionario, al ragionier Fabio Di Giangiacomo) e la mancata possibilità di controllo dei movimenti degli incassi.
Da quanto detto si evince chiaramente che l’attuale gestione Di Matteo, presenta molti lati da chiarire e che fa presuppore presenze politiche e operazioni contabili e fiscali degne di interesse per le autorità che seppero bloccare l’operazione Serraiocco e che dovranno, probabilmente, tornare ad occuparsi delle Naiadi. (Gianni Lussoso)