Oggi, sabato 25 luglio, guardo la classifica di Serie B e mi prende un momento di scoramento. Temevo, analizzando i fatti concreti, che si arrivasse a questo punto, ma speravo sempre di essere nel torto e che avesse ragione il signor Sebastiani quando diceva che gli “veniva l’orticaria a sentir parlare di salvezza” perché lui era certo di avere costruito una squadra per i play off.
Il fatto è che io, per deformazione professionale, non osservo le partite e le conferenze stampa con l’occhio del tifoso ma con gli occhi e il cervello del giornalista professionista e non posso nascondere l’amara verità figlia di una dissennata gestione mercantile.
Una posizione in classifica a dir poco pericolosa. Corriamo il rischio concreto di fare i play out e di dover subire anche qualche altra grande delusione.
Dio ce ne scampi.
Mancano due partite, Livorno in casa e Chievo in trasferta.
Il Livorno è già condannato ma non è detto che non abbia sussulti di orgoglio calcistico e il Chievo è in piena lotta per un posto nei play off. Come dire che può succedere di tutto.
Spero che avvenga un miracolo da sei punti.
La speranza è la forza della nostra vita. non arrendiamoci mai
La speranza è una parola difficile da spiegare, ma dalla mia esperienza ho capito che la vita e la speranza percorrono la stessa strada... La speranza, per quanto a volte può ferire, perché può illudere, non deve mai cessare di esistere. La speranza ci dà la forza di sorridere, di non soccombere alla solitudine, nella certezza che dopo un avvenimento doloroso ce n’è sempre uno che rianima il cuore.
Spero che tutte le cose che in questo momento non sono proprio come dovrebbero essere, domani saranno migliori. La parola “speranza” vuol dire sognare: essa è qualcosa di veramente magico... In un momento di disperazione una persona vede tutto buio davanti a sé, ma la speranza è una luce che non si arrende.
Oggi la mia unica e grande speranza è che il Ferguson collinare la smetta di pensare di essere dalla parte della ragione e si metta in discussione perché è questa, a mio giudizio, la causa di ogni male.
La sua arroganza, il suo non rispettare le posizioni altrui, il suo minacciare continuo (anche se adombrato in maniera furbastra), il suo credersi superiore a tutti, anche ai tecnici preparati e professionalmente evoluti, il suo disprezzo verso i tifosi e verso i critici che hanno la forza di non abbeverarsi alla sua fonte, lo hanno portato a questo: una squadra che corre il rischio concreto di precipitare nell’inferno della Serie C.
Spero ancora, da tifoso, naturalmente, da giornalista prendo solo atto della situazione e la commento, che tutto “magicamente” si risolve in bene.
La speranza è dura a morire e noi, veri appassionati del calcio biancazzurro, l’alimentiamo.