Che peccato! Stiamo assistendo alla lenta agonia del calcio pescarese senza che nessuno senta il dovere di intervenire per far sì che, con una cura efficace, si possa riportare il “moribondo” a risorgere.

La risurrezione non è l’esperienza del “tornare indietro” dal regno dei morti, che non riuscì a Euridice malgrado l’amore di Orfeo, non è l’eterno ritorno del tempo pensato dai Greci, né un ripristino di sistema del pc. La resurrezione è un’esperienza data dalla forza dell’amore che la ragione può solo riconoscere e sentire, ma non definire.

Per la cultura contadina resurrezione è ciò che nasce quando un seme muore. Per il tifoso la resurrezione nasce quando la società la smette di essere una espressione mercantile e diventa una ricerca del miglioramento anno per anno.

Se la società continua a vendere a fine anno tutti i migliori e ad acquisire le prestazioni di giovanotti volenterosi che hanno del talento ma che debbono ancora imparare ad esprimerlo, la resurrezione diventa un sogno lontano.

Che peccato!

In pochi anni la città calcistica è stata cloroformizzata.

La tifoseria spaccata e con poca forza nei confronti della società.

Gli operatori economici assenti perché dicono (e ne sono testimone oculare) perché per salvare la Pescara calcio dovremmo imbottire di euro un personaggio che ha già guadagnato a dismisura sulla gestione societaria e che pretende per il “quasi nulla” cifre assurde? La nostra passione sportiva la realizzeremo quando il mercante sarà talmente sazio da lasciare prima di scoppiare.

I critici da tastiera, come sono definiti quelli che pontificano attraverso i sociale sono di diversa natura:

I difensori ad oltranza: Il Pescara prende sei gol? che colpa ne ha Sebastiani? Sei reti con la Reggiana, mo va a finire che la colpa è che non sono andati ad ossigenarsi in montagna?

Gli accusatori: La colpa di Sebastiani è quella di non creare una struttura di base sulla quale innestare dei rinforzi l’anno successivo. Ogni stagione la stessa cosa vende tutto il vendibile, prende i giocatori che gli rendono dei premi di valorizzazione e quelli che il mercato gli lascia disponibili.

Poi ci sono gli agnostici, quelli che non prendono posizioni nette ma fanno digressioni filosofiche: Ci sono tanti problemi da risolvere perdiamo tempo con il calcio? Meno male che c’è Sebastiani che almeno iscrive la società! Serie C o B chi se ne frega, se voglio vedere il calcio buono seguo la Serie A. Mah sono anni che non vado più allo stadio, a proposito che ha fatto il Pescara? Mah dicono che Zeman è un mago può darsi che farà crescere questi anatroccoli e avremo dei cigni a fine campionato.

E intanto il Pescara, dopo aver maltrattato cinque squadre inesistenti nel corso delle amichevoli, segnando cinquanta gol, è arrivato dinanzi alla Reggiana, ne ha segnati due e ha pensato di continuare a suonare la stessa musica. Ma il risultato è stato diverso: è stato suonato.

Nulla di grave, era un calcio d’agosto (i sostenitori), non era la Coppa Italia per noi ( sempre i sostenitori). Sì ma prenderne sei da una squadra che l’anno scorso era in Serie C e presentarsi con una squadra senza capo né coda, fa temere il peggio.

Personalmente, pur avendo criticato le scelte di mercato e quella di fare la preparazione in zona, dico che ci sono i presupposti per migliorare ma bisogna ascoltare Zeman, farsi dire cosa gli manca e procurarglielo, altrimenti... addio calcio vero a Pescara.

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