C’è così tanta voglia di credere in un Pescara capace di ribaltare la posizione in classifica e di fare un miracolo nei play off che si commentano i fatti con il miele e non con il cervello.

Emmanuel Cascione ha così commentato il ritorno alla vittoria del Pescara contro l'Olbia: "Quello che ho chiesto alla squadra è di approcciare bene mentalmente alla partita. Loro hanno battagliato, noi siamo stati bravi ad arrivare sempre in anticipo sulle seconde palle. Ci sono state buone trame di gioco, potevamo anche chiuderla prima però abbiamo sbagliato delle occasioni".

D’accordo, ma come non mettere in evidenza che il Pescara ha giocato in superiorità numerica fin dal 22’ del primo tempo e che l’Olbia dopo l’espulsione del suo giocatore e il gol subito su rigore ha tirato davvero i remi in barca sopraffatto dalla considerazione che, ormai, tutto era diventato inutile e che la retrocessione era un fatto acquisito?

Bene parlare della vittoria in termini positivi, ci mancherebbe, ma senza esaltarsi più di tanto anche perché la classifica è sempre la stessa: Il Pescara sesto, a quota 52, tre punti sotto il Gubbio e un solo punto davanti a Pontedera e Juve NG.

Quindi, occhio all’Ancona che non è l’Olbia e che potrebbe farci perdere qualche altra posizione se riuscisse quanto meno a pareggiare e le altre “vicine” del Pescara dovessero vincere.

Sono diversi gli spunti sui quali il Delfino dovrà continuare a lavorare e migliorare per giocarsi le sue possibilità ai playoff.

Leggo: Una nota positiva è che il Pescara non prende di nuovo gol. Se prima la difesa biancazzurra faceva acqua da tutte le parti, con Cascione c'è stata una netta inversione di tendenza. Nelle quattro partite con Cascione in panchina, il Pescara ha subito solo una rete dal Cesena promosso in B. Per il resto la porta biancazzurra è rimasta inviolata. La fase difensiva è migliorata tantissimo, il Pescara è diventato più solido ed equilibrato rispetto a prima.

Inoltre, il Delfino ha ritrovato il gol. Ben tre le reti segnate all'Olbia. Finora, sotto la gestione Cascione, il Pescara era riuscito a fare un gol solo in occasione della vittoria contro il Pontedera, proprio all'esordio del nuovo allenatore in panchina. In quell'occasione fu Merola ad andare in gol e lo stesso attaccante biancazzurro ha aperto le danze contro l'Olbia. In gol poi Accornero e Sasanelli al suo primo timbro in biancazzurro. La difesa continua quindi a funzionare, l'attacco speriamo si sia definitivamente sbloccato.

Il successo contro l'Olbia è il secondo della gestione Cascione. Il dato degno di nota invece è che il Pescara è tornato a vincere fuori casa dopo quasi tre mesi. L'ultimo successo lontano da casa era datato 21 gennaio contro l'Arezzo. Anche in quell'occasione segnò Merola e poi l'ex Di Pasquale. Il Delfino quindi è tornato a sorridere lontano dall'Adriatico, con la speranza che poi il Pescara possa tornare al successo anche davanti ai propri tifosi, iniziando dalla prossima sfida con l'Ancona.

Ecco tutto qui: ci si esalta per la vittoria sull’Olbia e si giustificano gli errori passati. Ma si corre il rischio di dare sensazioni che non sono reali.

Il Pescara avrebbe dovuto, con facilità, bloccare il terzo posto. Poi ci siamo accontentati del quarto posto... ora siamo sesti.

Ognuno è libero di scrivere e commentare come vuole; ognuno può vedere il suo bicchiere come preferisce; ognuno può vedere la partita e la prestazione a suo modo; ci mancherebbe.

Ma la cronaca e il commento hanno anche delle basi e delle realtà da rispettare.

Ci sono due incontri, uno difficilino, l’Ancona, e uno facilino, la Fermana. Potrebbero farci guadagnare qualche posizione o perderne qualcuna.

Il resto è solo consumo di parole cercando di camuffare un campionato giocato con una squadra costruita senza dare i giusti equilibri ai reparti che hanno reso difficile la vita a tre allenatori.

Si trova meglio Cascione perché ha puntato di più sulla fase difensiva, ma i play off avranno delle esigenze che non chiedono Ancona e Fermana.

Quindi, a mio avviso, soddisfazione sì, esaltazione no.

Si punti molto sulla preparazione fisica e tattica e si lascino da parte le leccatine per soddisfare l’ego di chi ha creato questo malessere calcistico.

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