Facile accusare solo il tecnico che ha detto a fine gara: "Stiamo facendo delle figure di m***a. Dobbiamo pedalare. Se parlassimo adesso di primo posto, saremmo poco credibili. Non mi sottraggo alle responsabilità, sono il primo a capire che abbiamo qualche difficoltà: questa partita è stata anomala, chi è entrato non si è calato nella realtà della gara e abbiamo subito il pareggio su un nostro errore. Sono fortemente deluso e chiedo scusa a tutti: non mollo, è poco ma sicuro.
Daniele Sebastiani: "Il Pescara non si è abbassato, il risultato non è mai stato in discussione, al primo problema prendiamo gol. Vanno fatto i complimenti ai giocatori che hanno giocato 70 minuti buoni ad alto livello, poi vanno rimproverati chi sono entrati. Se uno entra deve dimostrare qualcosa".
Ci sono state un paio di sviste arbitrali, l'arbitro stava fischiando e poi ci ha ripensato, non si capisce perché. E' giusto che i tifosi chiedano maggiore attenzione in campo, ci hanno sostenuto fino alla fine. E' giusto che protestino, ma c'entra poco il mister. Se prendiamo gol alla fine non è colpa sua. Cercheremo di fare un campionato di vertice, non credo siamo cosi lontano. Alla fine ce la giochiamo. Purtroppo solo una squadra va su e vanno fatti i complimenti alla Reggiana".
Parole e consumo di parole. Si corre dietro il vento perdendo di vista le realtà societarie. Se il Ferguson collinare avesse avuto veramente intenzione di costruire una squadra per tornare subito in B avrebbe dovuto fare un mercato diverso. Ha costruito, lui da solo, perché gli altri non hanno mai contato nelle scelte, una squadra incompleta.
Fin dalle prime uscite, nonostante le prime due vittorie ed un pareggio ebbi la sensazione e lo scrissi a chiare lettere che:
- Mancava un difensore capace di costruire gioco dal basso e che fosse forte nel gioco aereo.
- Al centro del campo mancava un giocatore di spessore capace di costruire gioco perché, come tutti i tecnici sanno, sono i centrocampisti che costruiscono il gioco e non le punte che debbono finalizzare quanto costruito dai compagni.
- In attacco mancava una punta capace di finalizzare il gioco dei centrocampisti.
Le prime partite ci hanno confermato che Drudi e Cancellotti e Frascatore potevano anche reggere l’urto avversario ma erano inidonei alla costruzione. Che Nzita, pure se non ad alti livelli, anche perché non salta l’avversario, poteva assicurare una spinta sulla fascia e Rasi non convince nel ruolo.
A centrocampo Memushaj è la brutta copia del giocatore dello scorso anno: stanco, con scarse motivazioni di base, appare utile solo nel calcio delle punizioni, per il resto normalissima amministrazione e non basta per creare gioco in quanto il solo Pompetti ha delle illuminazioni calcistiche ma è incostante. Quindi manca aa centrocampo un costruttore del gioco che dia i tempi delle giocate, mentre gli incontristi, quali Rizzo (troppo falloso e spesso impreciso nei passaggi) e Diambo (immaturo e spesso con scarsi fondamentali) non danno grossa qualità.
In attacco Galano è “sazio” e pare giocare solo per timbrare il cartellino e aspetta che gli capiti il solito tiro ad effetto, di sinistro, quando rientra dalla fascia destra.
Clemenza bravino ma non sempre efficace.
Le due vere punte, De Marchi e Ferrari, giocando insieme si calpestano i piedi e da soli non riescono ad incidere più di tanto mancandogli i rifornimenti da dietro.
Quindi, facciamo a capirci: puoi anche togliere Autieri ma con questa rosa non ci sono maghi che possano far cambiare il risultato finale della stagione.
Solo tre acquisti importanti, e centrati, possono far dare la svolta ad un campionato che sarà, invece, con questa squadra, e con qualsiasi altro allenatore, mediocre.
Il “mercante presuntuoso” se ne faccia una ragione.
Con ironia lo definisco il Ferguson collinare ma da questo personaggio, lui, è distante anni luce e continui a fare quello che sa fare e prenda dei tecnici preparati e di carattere e lasci perdere quelli che gli garantiscono l’alibi salvo farsi cacciare in corso d’opera: oltre al record delle brutte figure sta conquistando quello dei tanti allenatori esonerati per nascondere le sue manchevolezze.