Una difesa da ridisegnare. Oddo, senza Bellanova (in isolamento dopo la positività al Covid) e Antei (alle prese con il recupero dall’infortunio), ha due strade da percorrere sabato contro l’Empoli (ore 16). Partire con la linea a tre, con Drudi, Bocchetti e Jaroszynski, con Maistro e Masciangelo come quinti larghi sulle fasce. Oppure rilanciare Balzano, dopo quasi tre mesi di assenza, terzino destro nella difesa a quattro con Drudi e Bocchetti e uno tra Masciangelo e Jaroszynski sulla corsia sinistra. Ma a scalpitare per una maglia c’è anche il 20 enne Rodrigo Guth.

Rodrigo Guth ha detto: “Sono molto contento di essere qui, voglio iniziare al più presto per ripagare la fiducia di tutti. Sono un difensore, ma mi piace anche giocare da centrocampista centrale, se il mister avrà bisogno sarò a disposizione.

Con l’infortunio a Ceter si aprono possibilità per Belloni

In queste settimane Belloni dovrà dividersi tra prima squadra e Primavera. Al debutto con i ragazzi di Iervese ha subito timbrato con una doppietta.

Un signore, molto vicino al clan di Sebastiani, mi ha detto in confidenza pregandomi di non citare il suo nome che mi legge con molta attenzione, che trova molte mie riflessioni di sicuro valore ma che gli dispiace come io sia chiaramente nemico del suo presidente.

Ho cercato di spiegargli che non sono nemico di Sebastiani come uomo ma che lo critico come presidente del Pescara perché, a mio avviso, pensa più alla sua saccoccia che a far crescere il patrimonio del Pescara. Gli ho detto anche, senza ironia, che lo considero un genio. Del male, ma, comunque, un genio. Analizzando tutto quanto fatto dal 2012 ad oggi non si può non riconoscergli una genialità particolare, anche se, a mio modesto avviso, è un genio del male.

Gli ho anche detto che essendo un tifoso, oltre che giornalista, da innamorato dei miei colori e del Pescara al quale ho dedicato anni di lavoro, di studio realizzando decine di libri per far conoscere la sua storia, a volte sento di doverlo considerare un nemico del Pescara, lui, non io, che al Pescara ho dato le mie competenze professionali senza avere nulla in cambio, e da nemico a volte l’ho, non dico odiato, perché sarebbe stato troppo, ma certamente non apprezzato anche sostenuto dalle sue considerazioni “pesanti” nei miei confronti.

Però, siccome in età matura ho riscoperto i veri valori cristiani, mi impegno, anche se con difficoltà a pregare per lui e perché si ravveda anche da dirigente.

Infatti, Gesù dice senza possibilità di equivoci: «Io vi dico: amate vostri nemici e pregate per i vostri persecutori»   

Pregare, ho chiarito al mio interlocutore, ci fa portare al centro del nostro cuore non solo coloro che ci amano, ma anche quelli che ci odiano. Questo è possibile unicamente se siamo disposti a fare dei nostri nemici parte di noi stessi, convertendoli in tal modo innanzitutto nel nostro cuore. La prima cosa che siamo chiamati a fare quando pensiamo agli altri come a dei nemici, è pregare per loro. Non è davvero cosa facile.
Ci vuole disciplina per far entrare nel profondo del nostro cuore coloro verso i quali nutriamo sentimenti di ostilità, badi bene, amico interlocutore, sempre nella sua veste di presidente arraffa tutto e non come signor Daniele…

Pregare per i nostri nemici è, dunque, un evento concreto, e spero che serva a far rinsavire in qualche modo il nostro Ferguson dei colli che continua imperterrito nella sua politica di prenditore sfruttando le sue geniali capacità di “operatore finanziario”.

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