In questi giorni si è fatto un gran parlare ed anche si sono versati “fiumi d’inchiostro” per ricordare la grande promozione del Pescara di Zeman e di De Cecco.

E’ bene ribadire che fu il torneo vinto da questi due personaggi anche se qualcuno, con una faccia tosta sorprendente, anche se non troppo conoscendo il personaggio, vorrebbe accreditarsi il merito di quella vittoria.

 L’ex allenatore del Pescara Zdenek Zeman, nell’ultima intervista rilasciata, è tornato a parlare della squadra di Sebastiani e dei ricordi che ne conserva, senza tralasciare la sua voglia di tornare ad allenare dopo un lungo stop.

“La promozione in Serie A con il Pescara? Fu un bel giorno, sono ricordi indelebili dentro me. Fu un gran campionato quello del 2011/2012, anche se le morti di Mancini e Morosini ci scioccarono tutti. Quella era una squadra che faceva tanti gol, e dopo 19 anni riuscimmo a tornare in Serie A. Ci celebrò perfino Guardiola, che tutt’ora guarda le nostre partite.

Chi mi portò a Pescara? De Cecco.

Assieme a lui, e a tutta la società, costruimmo una grande squadra. La nostra era una rosa di ragazzi giovani, Insigne, Verratti e Immobile su tutti, provenienti tutti dalla Serie C.  

Nella stagione 2011-2012 il Pescara affida la panchina a Zdenek Zeman, che prende il posto di Eusebio Di Francesco. Il tecnico boemo torna ad allenare in Serie B a distanza di 5 anni. Nella stagione 2006/07 è sulla panchina del Lecce ma viene esonerato alla vigilia di Natale, poi soltanto una breve parentesi con la Stella Rossa e un campionato di Lega Pro con il Foggia. Quindi la chiamata del Delfino.

Il Pescara, durante il calciomercato estivo, acquista due attaccanti ancora ventenni. Arriva un giovane Ciro Immobile, che nella stagione precedente in B aveva segnato solo 2 gol in 20 partite. Zeman, poi, chiede di prendere l’attaccante Lorenzo Insigne, con lui al Foggia in Lega Pro nella stagione precedente.

Dopo le prime giornate è subito “Zemanlandia”. 18 gol segnati nelle prime 7 partite, ma anche 16 gol subiti.  

Alla terzultima giornata c’è lo scontro diretto tra Pescara e Torino. I granata sono primi, gli abruzzesi secondi a 5 punti di distacco: la squadra di Zeman vince la partita  grazie alle reti di Immobile e Insigne. Sassuolo e Verona non vanno oltre il pareggio.

Per l’aritmetica promozione bisogna aspettare una settimana. Di scena a Genova contro la Sampdoria e il Pescara vince 3-1 ed è serie A.    

Invece di tenersi “ a vita” il grande maestro di calcio e creare i presupposti per una vera scuola di calcio, il presidente Sebastiani, ubriacatosi per una gloria non sua, comincia a fare di testa sua, credendosi il novello Ferguson dei colli, e mette la firma su un atto assai discutibile: licenzia Zeman con motivazioni assurde.

La follia è compiuta.

Dopo la sconfitta per 2 a 0 in casa del Cittadella,  Zdenek Zeman non è più l'allenatore del Pescara Calcio.
Il presidente Daniele Sebastiani ha deciso di sollevarlo dall'incarico, proprio lui che da sempre sostiene che della parola progetto spesso si abusa, che non c'è pazienza nel calcio, per poi lui stesso perdere la pazienza ed esonerare un allenatore che comunque stava facendo bene con il materiale umano che aveva a disposizione.

Ma c’è una realtà che i reggitori di microfono non hanno mai espresso: Zeman è stato cacciato perché non avrebbe mai permesso, al faccendiere, di fare i suoi affari di mercato a dispetto delle necessità tecniche concrete della società.

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