Nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa c’è una verità: tutto cambia perché nulla cambi. Ossia: se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è, tutto può cambiare interiormente.

Daniele Sebastiani vuole che le cose stiano sempre solo e soltanto sotto il suo controllo. Per i giornalisti sta studiando le situazioni, per i tifosi sta perdendo tempo, per gli sportivi sta prendendo ancora tutti per i fondelli.

Al momento il Ferguson dei colli deve ancora sciogliere le riserve su chi sarà il prossimo allenatore del Pescara. L'obiettivo della prossima stagione sarà quello di risalire in Serie B e per farlo il patron biancazzurro dice che non vuole sbagliare nessuna mossa. Il primo tassello è quello quindi dell'allenatore, successivamente sceglierà anche il direttore sportivo che inizierà a costruire una squadra che sarà completamente rivoluzionata.

Sono diversi i nomi nella lista che Sebastiani sta valutando per affidargli la panchina del Delfino. Si parla di Zauri ma è difficile che l'ex tecnico biancazzurro rimpianto dal presidente biancazzurro, possa lasciare il Bologna. È tornato di moda anche il nome di Oddo che potrebbe tornare al Pescara dopo una parte di stagione disastrosa. Qualcuno storce il naso di fronte a questa ipotesi che però resta viva. E i presupposti sono legati agli interessi che legano i due personaggi. Non è un mistero che Oddo e Sebastiani sono soci in alcune operazioni edilizie.

Restano in piedi anche le candidature di Padalino, di Gaetano Auteri, ancora sotto contratto con il Bari, e di Max Alvini, che potrebbe sbarcare sulla panchina del Perugia in caso di addio di Fabio Caserta, seguito dal Benevento dopo la promozione in B con gli umbri.

La cosa divertente, però, è che si ha notizia di contatti che il presidente factotum va prendendo da diversi giorni per quanto attiene la scelta dei giocatori. Come dire, intanto mi faccio la squadra, poi vedremo chi l’allenerà e chi mi aiuterà a gestirla.

Un modo insolito di vedere le cose calcistiche ma è il classico modo sebastianese. Ormai nessuno si meraviglia più di tanto. Il padrone agisce come vuole, in barba a tutti i doveri che un presidente dovrebbe avere. Secondo come gli gira parla di società forte che non ha debiti, la realtà parla di un peso superiore ai venti milioni di euro.  Pur non sapendo un tubo di tecnica calcistica, ha detto già che manda via tutti e farà un ripulisti sulla base delle sue ampie e mai documentate capacità manageriali.

Forse allontanerà dal settore tecnico Bocchetti, ma già si vocifera che resterà in società con altri incarichi. Quindi il “trombato” potrebbe essere >Giorgio Repetto il quale ha da vantarsi per delle operazioni fatte per il bene della società in questo periodo di lavoro, e deve recriminare solo sul fatto che, troppo spesso, colpevolmente, ma furbescamente aggiungo, il presidente lo ha tenuto lontano dalle operazioni di mercato.

Perché dico furbescamente? Perché Repetto non avrebbe avallato certe operazioni (di cui abbiamo conoscenza) fatte solo per accaparrare soldi e prebende varie speculando su una montagna di contratti fatti solo per la bisogna e non per motivi tecnici.

Ormai è risaputo. Sebastiani non sa di calcio ma di conti. Non capisce la differenza tra un forcing ed un pressing ma sa bene come fare un contratto che recita una cifra, ne costa un’altra e rende pane e companatico per le sue sicurezze future.

Chi pensava di vederlo andare via con la retrocessione non ha capito che il Pescara calcio rende soldi in qualsiasi categoria, l’importante è che possa movimentare giocatori e produrre plusvalenze. Gli stessi che irridevano i giornalisti aggreppiati dicendo che avrebbe dovuto seguire campionati minori non hanno capito che nemmeno per loro cambia nulla perché, anche se il Pescara militasse, per assurdo, in Serie D, avrebbe sempre il suo spazio sui giornali e nelle trasmissioni televisive e ci sarebbe sempre per questi cialtroni il motivo di partecipare, anche se per briciole, alla divisione dei pani. Tutto cambia perché nulla cambi. E bravo Sebastiani che conta, per fare i suo interessi,    su un nugolo di allocchi che si dicono soddisfatti perché, comunque, lui ci fa vedere il calcio. Ma ieteve a fa’ lu bagne a lu mare...e sciaqueteve li lingue marrone.

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